Il Buongiorno di Gramellini non piace ad Alai. Consorzio sul piede di guerra

Giuseppe Alai, presidente del Consorzio di Tutela del Parmigiano-Reggiano - Foto Consorzio di Tutela del Parmigiano-Reggiano®Al di là dell'accattivante ed apprezzabile titolo, che contraddistingue lo scrittore creativo dal mediocre, i lettori che stimino Massimo Gramellini e che conoscano il mercato caseario saranno rimasti certo di stucco nel leggere il suo corsivo "O parmigiano portami via", apparso martedì scorso sul quotidiano La Stampa di Torino. Sorpresa inevitabile per l'approssimazione di cui il pezzo gronda, pur nella sua brevità, e per gli errori con cui è palesemente infarcito.
 

 

L'occhio allenato alle pratiche editoriali non avrà faticato certo a trovare tra i contenuti della stessa testata e dello stesso giorno – in un articolo (foto in basso) di Fabio Poletti, "inviato a Reggio Emilia" – la fonte principale di ispirazione della nota "penna" torinese.

Il corsivo di Massimo Gramellini apparso sulLa Stampa di Torino martedì scorso

Ma è professionalmente apprezzabile che un articolo di taglio così critico e sferzante venga scritto senza la piena padronanza della materia, con palese superficialità e privo di quel minimo rispetto che i destinatari delle critiche meriterebbero? No, la nostra risposta, senza ombra di dubbio né riserve è certamente un "no".

L'articolo di Fabio Poletti da cui ha preso evidente spunto il corsivo di Massimo Gramellini contestato dal consorzio del Parmigiano-Reggiano. Entrambi i pezzi sono apparsi sulLa Stampa di Torino martedì scorso

Guardando oltre i suoi oggettivi limiti, il pezzo di Gramellini riferito a vicende più o meno recenti ma spacciate tutte per tali e riguardanti il consorzio di tutela del Parmigiano-Reggiano, giunge in un momento particolarmente delicato per l'ente presieduto da Giuseppe Alai (il cui cognome nel corsivo viene storpiato in un improbabile "Allai", ndr), ultima tra tutte l'arresto del direttore del consorzio Riccardo Deserti, tanto da indurre lo stesso presidente ad inviare al quotidiano torinese – e per conoscenza a tutti gli organi di stampa – una dura lettera di rettifica che, ad una settimana quasi di distanza pare non abbia trovato però accoglienza da parte dei destinatari (il direttore responsabile delLa Stampa Massimo Calabresi e gli autori dei due articoli), in quanto i due articoli sono – tali e quali furono pubblicati – ancora accessibili online senza precisazioni o smentite di sorta.

 

Particolarmente fastidiosa sarà apparsa al diretto interessato l'affermazione di Gramellini secondo cui il presidente del consorzio "è anche presidente di una società che controlla un fondo ungherese intenzionato a produrre del parmigiano tarocco", dato che Alai quella carica (ammesso che quell'azienda la si possa definire in quel modo, ndr) non la ricopre più da circa un anno, a seguito delle forti polemiche e delle pressioni ricevute a suo tempo nell'ambito locale sul possibile conflitto d'interessi tra quell'attività e il ruolo di guida del consorzio stesso.

 

Ora, la nostra netta impressione è che in tutto questo bailamme i due problemi reali siano l'intempestività con cui il quotidiano torinese è giunto su storie ormai datate, spacciandole per recenti e, non secondariamente, la rilevanza dell'audience che tale testata ha storicamente, per giunta incrementata in questo periodo da alcune iniziative di diffusione che l'editore sta conducendo.

 

D'altro canto sorprende anche che le stesse affermazioni contenute in quei due pezzi siano già state pubblicate da vari organi di stampa emiliani a suo tempo (è ampia la rassegna stampa in nostro possesso, a partire quantomeno dal marzo dello scorso anno, e non sarà certo da meno quella dell'ufficio stampa del consorzio), a riconferma della tesi poco sopra sottesa che vige tra gli addetti alla comunicazione delle grandi aziende e che suggerisce di non controbattere alle presunte illazioni della stampa colpo su colpo, a meno che a "sparare" non siano gli "obici da novanta".

 

Nel frattempo, nel contesto dell'ulteriore putiferio sollevato la settimana scorsa dalle Coldiretti emiliane contro il consorzio, si è registrata nei giorni scorsi una forte presa di posizione, a difesa dell'ente di tutela e del suo presidente, da parte di Agrinsieme Emilia-Romagna, vale a dire del coordinamento di organizzazioni quali Cia, Confagricoltura, Confcooperative e Legacoop.

 

Inoltre, e per scrollarsi di dosso ulteriori e pressanti dubbi sollevati da più parti, il consorzio ha deciso suo malgrado di sospendere dall'incarico di direttore Deserti, in attesa che la magistratura possa meglio vagliare la di lui posizione. In merito a questa decisione Giuseppe Alai ha augurato «al dottor Deserti di poter chiarire la propria estraneità ad ogni fatto contestato», ritenendo anche a nome del consorzio «che questa scelta, non più rinviabile, consenta anche al diretto interessato di esercitare al meglio il proprio diritto alla difesa».

 

Infine, e nel merito delle informazioni definite mendaci e contestate al quotidiano La Stampa di Torino – ma riguardanti a quanto pare anche altri organi di stampa – il presidente del consorzio ha sottolineato che «saranno i nostri legali ad occuparsi di vicende, dichiarazioni e valutazioni che si fondano sull’ambiguità quando non sull’esplicita falsità, gettando artatamente ombre sul Consorzio e su quegli amministratori che si muovono nell’esclusivo interesse dei consorziati e dei produttori di latte e non secondo logiche di appartenenza politica o associativa».

 

«Il ricorso alle vie legali», ha aggiunto il presidente del consorzio, «resta l’unica soluzione a fronte di reiterati attacchi che vanno contro i dati di fatto e il senso di responsabilità che dovrebbe mantenere chi opera nell’interesse del mondo agricolo, delle sue eccellenze e dei suoi organismi di tutela».

 

Sorprende, e torniamo a ribadirlo, come le stesse argomentazioni addotte da decine di organi di stampa soprattutto locali (unica e seria aggravante per La Stampa l'enfasi e il confezionamento di due diversi articoli attorno ad un presunto caso di malgoverno del Parmigiano-Reggiano) nel corso dei mesi abbiano indotto solo ora il consorzio a questa veemente reazione.

 

24 febbraio 2014