L’Alto Adige punta sulla lana per evitare la fuga dalle campagne

È sempre più ampia la gamma di prodotti realizzati con lana di pecora, in Alto Adige - foto Tis®Di certo in pochi sapranno che “le 46mila pecore altoatesine producono ogni anno 150 tonnellate di lana, 60 delle quali sono destinate all’export e 30 lavorate in regione”. E le rimanenti 60? Come per larga parte del prodotto non destinato al tessile, finiscono tra i rifiuti speciali, rappresentando un costo per gli allevatori (per lo smaltimento) e per la collettività (a causa delle emissioni in atmosfera).

Si è parlato di questo, e di altro ancora, la settimana scorsa, presso il Tis (Techno Innovation South Tyrol) di Bolzano, nell’ambito delle attività di valorizzazione della filiera della lana di pecora, con considerazioni e analisi di risultati che lasciano ben sperare per una futura riaffermazione di una fibra che in passato veniva utilizzata in molteplici applicazioni.

A prendere la parola durante l’incontro sono stati diversi addetti ai lavori, tra cui Traudl Schwienbacher, presidentessa della Bergauf, manifattura di lana della Val d’Ultimo, secondo la quale «non ha senso che una così grande quantità di questa preziosa materia prima prodotta in regione non venga utilizzata», anche e soprattutto perché «il cestino dei rifiuti non è il posto giusto per la lana».

 

Alla Bergauf – una cooperativa sociale che dà lavoro a molte donne della valle – la lana di pecora viene lavata e trasformata nei più diversi oggetti – dai materassi agli accessori per la casa, ai vestiti – utilizzando, quando necessario, solo coloranti vegetali, evitando trasporti a lunga percorrenza e creando circoli regionali virtuosi. Nell’ambito di un’attività così stimabile, «la cooperativa», ha aggiunto la Schwienbacher, ha intenzione di «creare posti di lavoro nella valle e contrastare l’emigrazione».

 

Le infinite proprietà della lana

La lana non è solo un buon isolante termico (mantiene il calore del corpo lasciandolo respirare), ma ha la proprietà di bilanciare la temperatura e – a dispetto di quanto si possa credere – di mantenere freschi d’estate. Allo stesso tempo è in grado di assorbire una grande quantità d’acqua senza risultare umida al tatto, e – grazie alla lanolina – è persino idrorepellente. Si può inoltre lavare con estrema facilità, ha una forte resistenza allo sporco e agli odori, e tende a liberarsi di questi ultimi con una semplice esposizione all’aria. Ha poi la straordinaria capacità di sottrarre – in modo duraturo – gli inquinanti atmosferici dagli ambienti chiusi. Inoltre, oppone resistenza alla fiamma, ed è l’unica fibra animale da cui si possa ottenere il feltro senza l’utilizzo della chimica.

 

Un’infinità di prodotti

Visto che la lana isola bene dal calore, è idrorepellente e facilmente lavabile, uno degli obiettivi dichiarati da Tis è quello di portare realtà regionali a produrre capi d’abbigliamento innovativi e funzionali, dedicati principalmente all'”outdoor”. In questo senso e con il supporto del “Cluster Alpine Wellbeing” di Tis, Bergauf verrà messa in grado di cooperare con altri partner in va di individuazione, per attivare nuove cooperazioni e ulteriori utilizzazioni della materia prima raccolta.

Walter tasser, il muratore altoatesino che all'interno dei cluster Ts ha sviluppato i pannelli isolanti per la bioedilizia in lana di pecora e calce, ora richiesti in tutto il mondo

Ma «accanto agli usi tradizionali, come la produzione di abbigliamento di feltro, la lana può anche essere impiegata nel settore wellness», sottolinea Sabine Schnarf del Cluster Alpine Wellbeing del Tis. Il primo esempio concreto di applicazione in questo campo è l’innovativo bagno di lana, nato da una collaborazione tra la cooperativa e l’imprenditrice della Val di Vizze Conny Schwitzer, l’ideatrice del massaggio alla pietra preistorica con la quarzite argentea. «Ho conosciuto Traudl Schwienbacher nell’ambito di un evento al Tis», racconta Conny Schwitzer: «quando mi ha raccontato delle interessanti proprietà della lana, ho subito pensato ad un impiego nel settore wellness, dove può aiutare a togliere lo stress». E così, tra il dire e il fare, il bagno di lana è già sbarcato nelle proposte di wellness regionale, adottato da quattro hotel altoatesini.

 

Rafforzamento dei circuiti regionali

Secondo la Schnarf «la lana è una materia prima regionale preziosa e con un grande potenziale» e – come avviene con il fieno da anni – i prodotti locali e le loro applicazioni nel wellness sono ormai visti con grande favore dal pubblico. «Al Tis vogliamo quindi supportare la nascita di nuove catene di valore» e il bagno di lana rappresenta il primo concreto risultato a cui, a quanto pare, ne seguiranno altri. «Attraverso il rafforzamento dei circuiti regionali si possono anche creare e mantenere posti di lavoro in aree strutturalmente deboli, come la Val d’Ultimo» conferma Andrea Zeppa, direttore del Dipartimento Innovazione della Provincia di Bolzano. «E forse possiamo dare il nostro piccolo contributo a contrastare la fuga dalle campagne».

 

Già in passato in Alto Adige tra i progetti dei cluster Tis si era affermato l’uso della lana come materiale isolante, in una particolare combinazione con la calce, ad opera di un muratore di Falzes, in Val Pusteria. Walter Tasser, questo il nome dell’operaio, ha dedicato molto del suo tempo per realizzare un materiale isolante ecologico per interni. Grazie alla collaborazione con Tis il signor Tasser è riuscito a raggiungere l’obiettivo e oggi i suoi pannelli isolanti, caratterizzati da uno straordinario potere isolante (0,05 W/m*K; inferiore solo ai trucioli di sughero, una risorsa naturale anch’essa ma non disponibile in quantità come lo è la lana) sono richiesti in tutto il mondo.

 

17 marzo 2014