Bufala Dop: Assolatte spinge per una soluzione “all’italiana”

altSono state delle giornate assai intense, quelle appena trascorse, ai piani alti del ministero delle politiche agricole. L’obiettivo delle commissioni e dei gruppi di lavoro che vi si sono riuniti, è stato quello di trovare una soluzione ai problemi che attanagliano il consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala campana Dop e i produttori che vi aderiscono; problemi derivanti dalla legge n. 205 del 2008, meglio nota ai più come legge del Doppio caseificio, voluta dall’allora ministro Zaia per arginare il fenomeno delle cagliate (illegali) d’importazione.

Per adeguarsi a quella legge, i caseifici saranno chiamati entro il 1º di luglio a separare le linee produttive della mozzarella Dop da quelle di altri latticini (fiordilatte, scamorze, ricotte non Dop, mozzarelle da latte misto, etc.) e per far ciò verranno obbligate ad installare stabilimenti separati. A correre in soccorso del consorzio – che rischia una fuga in massa dei più piccoli e rappresentativi produttori – l’associazione degli industriali del settore, Assolatte, ha proposto al ministero di modificare la norma, imponendo la separazione spaziale delle diverse linee di produzione all’interno dello stesso stabilimento, e una totale tracciabilità del latte e dei prodotti finiti. Vale a dire a non muovere foglia rispetto alla situazione originaria, terreno fertile però per i pochi ma indefessi “lupi” che tutto perderanno se non si interviene in maniera adeguata, tranne che il “vizio”.

 

«Siamo in prima fila», ha dichiarato il presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi, «quando c’è da sostenere la qualità delle produzioni, la corretta informazione del consumatore e la necessità di garantire una concorrenza leale tra le imprese, ma la legge del 2008, approvata in un momento storico particolare, comporta oneri eccessivi per il tessuto produttivo della Campania e del Lazio, costi che ci sembrano ingiustificati».

 

«Sono centinaia», ha aggiunto il numero uno degli industriali del latte, «i caseifici che nel pieno rispetto delle regole producono e commercializzano, oltre alla Mozzarella di Bufala Dop, altri prodotti. A causa della legge queste aziende sarebbero costrette a decidere, loro malgrado, di abbandonare la produzione della Dop, che, va ricordato, è la più importante eccellenza casearia del Mezzogiorno».

 

«Apprezzando la sensibilità e l’operato del ministro», ha concluso Ambrosi, «c’è da auspicare che si giunga presto ad una soluzione ragionevole, che permetta di lavorare serenamente, nell’interesse della filiera e dei consumatori».

 

Noi siamo dell’avviso che, nell’impossibilità di passare alle due distinte linee di produzione, la tutela dei consumatori sarebbe stata meglio assicurata con la soluzione già prospettata dal consorzio, vale a dire obbligando i caseifici aderenti alla Dop ad usare unicamente latte tracciabile della zona di origine protetta, con qualche tornaconto per gli allevatori. Ma come spesso accade in Italia, tra il fare e il disfare, si torna al punto di partenza come se nulla fosse accaduto.

 

7 aprile 2014