L’ultima transumanza di Messner che guarda avanti e si dà al cinema

 Ancora pochi giorni – per l'esattezza dieci – e Reinhold Messner inizierà la sua ultima salita verso gli alpeggi ai piedi del Gran Zebrù, la seconda vetta del gruppo montuoso dell'Ortles, in compagnia dei suoi yak, i bovidi di origine tibetana attorno ai quali l'anziano scalatore altoatesino (in settembre compirà settant'anni) ha costruito una delle sue fortune.

Ancora poco più di una settimana, quindi, e l'insolita carovana salirà, attorno ai 3mila metri di altitudine (la vetta ne conta 3851: nulla per degli animali abituati a vivere sui 6mila), col tradizionale seguito di vacanzieri amanti della montagna. Mentre i siti web del turismo altoatesino si prodigano per raccogliere le ultime prenotazioni, sottolineando che su al Mandriccio (è così che si chiama l'area del pascolamento) pecore e vacche sono già salite, il Corriere delle Alpi ha pubblicato un'intervista all'uomo-simbolo dell'arrampicata libera (tecnica di alpinismo con minimo ausilio tecnico, rispettosa dell'ambiente montano).

Un'intervista passata inosservata ai più, in cui un battagliero e saggio Messner – dopo aver toccato i temi della corruzione in politica e degli interventi pubblici sul turismo altoatesino – rivela la propria determinazione ad abbandonare questo tipo di attività, e la stessa gestione dei musei (sono sei, legati al marchio MMM, Messner Mountain Museum), che passerà alla figlia dell'imprenditore ed ex campione di Brixen (Bressanone). Per lui, a quanto pare, si prospetta un futuro nella produzione cinematografica dedicata alla montagna; ancora una sfida, e ancora una volta un ambito nuovo in cui cimentarsi per primeggiare.

''Un bel bicchierone di latte di yak si può bere tranquilli'': pare insinui questo la pubblicità dell'azienda di Julien FondinNel frattempo, chissà, forse raccogliendo lo spunto proprio dallo scalatore altoatesino, un altro ex sportivo, di ben altra fatta e di nome Julien Fondin – ex campione di tennis da tavolo – ha deciso di lanciarsi nella produzione di derivati del latte di yak, stavolta però lasciando gli animali nel loro Paese d'origine. Fondin, che di anni ne ha 39, ha già avviato la commercializzazione di latte in polvere per tutte le età, ma già studia come allargare la produzione a yogurt e formaggi. L'avvio dell'attività pare sia stato incoraggiante, sia sul mercato cinese che su quello russo, per cui l'imprenditore francese, che ben conosce la Cina e i cinesi grazie proprio ai suoi trascorsi sportivi, si starebbe lanciando nell'impresa (leggi qui) con una certa intraprendenza.

16 giugno 2014