Oltre a toccare la salute dei consumatori e l’immagine del “made in Italy”, la recente vicenda del Parmigiano “alle aflatossine” (ne abbiamo parlato due settimane fa: clicca qui) scuote l’economia di una realtà produttiva tra le più importanti del panorama nazionale, e – più nel complesso – la reputazione di un’intera regione che ha la produzione agroalimentare tra i principali ambiti della propria economia. A dare corpo a questa visione sono stati nei giorni scorsi tanto il consorzio di tutela quanto l’amministrazione della Regione Emilia-Romagna, che avrebbero paventato la decisione di costituirsi parte civile nel processo contro gli indagati (ad oggi ben sessantasette persone, quattro delle quali agli arresti domiciliari).
Lo ha lasciato intendere l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, che in risposta ad un’interrogazione della consigliera verde Gabriella Meo ha risposto che «valuterà, unitamente al Consorzio del Parmigiano Reggiano, l’opportunità di procedere alla costituzione di parte civile, a fronte di un rinvio a giudizio delle persone indagate e sulla base dei reati effettivamente contestati».
Nel suo intervento in consiglio regionale Rabboni ha aggiunto che «nella proposta del Psr (Programma di Sviluppo Rurale) 2014-20 inseriremo – anche a seguito delle osservazioni pervenute – la concessione di aiuti per il mantenimento della praticoltura estensiva e delle superfici a foraggere, con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità, contrastare l’erosione superficiale e favorire il sequestro del carbonio, diversificando», ha concluso l’assessore, «il contributo per zone e per l’esistenza o meno di connessione con l’allevamento zootecnico».
L’intervento della consigliera Meo che ha stimolato la risposta di Rabboni è stato molto apprezzato dai produttori della montagna e da quanti abbiano a cuore un Parmigiano che voglia mantenere forti i legami con le proprie origini, a dispetto di quanti negli ultimi anni hanno dato troppo peso alle quantità, che poi sono di fatto uno dei fattori di maggior deprezzamento del prodotto.
Lo conferma l’ultima e clamorosa iniziativa assunta dal consorzio di tutela, che nelle ultime ore si è visto costretto a ritirare dal mercato la bellezza di 90mila forme, con l’intento di frenare un prezzo in picchiata (-1€ negli ultimi tre mesi). In un comunicato stampa diffuso nella giornata di venerdì scorso, il consorzio ha precisato che “a fronte della crisi di mercato che da inizio 2014 investe il comparto e del conseguente rischio di difficoltà crescenti per allevatori e caseifici, l’Ente di tutela farà scattare a giorni il ritiro di 90.000 forme di produzione 2013, che rappresentano il 2,75% della produzione dello scorso anno”.
«Questo primo provvedimento», ha spiegato il presidente del consorzio, Giuseppe Alai, «è stato assunto a fronte di una produzione sostanzialmente stabile (da ottobre 2013 a maggio 2014 si registra, anzi, un calo pari a 3.000 forme), di un export segnato da un buon trend (+4,8% nel primo trimestre 2014), ma da una situazione congiunturale pesante che interessa le vendite sul mercato interno, conseguenza della condizione generale particolarmente difficile per i consumi alimentari in questi primi mesi del 2014».
«A questo primo ed immediato intervento», ha proseguito Alai, «seguirà il rilancio di azioni più strutturali, che vanno ad affiancare quei piani di regolazione dell’offerta che hanno già mostrato la loro incidenza sull’andamento della produzione». In particolare, il Consiglio del Consorzio del Parmigiano Reggiano rafforzerà le azioni promozionali per le vendite sul mercato interno sia attraverso la Gdo che con le vendite dirette all’interno dei caseifici. Contestualmente saranno rafforzati i controlli di mercato per contrastare usurpazioni e contraffazioni, specie nei mercati esteri, con l’obiettivo di raddoppiare i controlli effettuati, estendendoli a livello mondiale per una copertura completa dei mercati di sbocco.
Ulteriori sviluppi sul fronte di questi provvedimenti sono attesi per il 23 luglio, data in cui è fissata la prossima assemblea del Consiglio del consorzio.
30 giugno 2014