Gli allevatori lombardi ad Assolatte: “Basta provocazioni!”

9 giugno 2009 – Ci hanno provato per l’ennesima volta, anche ieri, ma non è servito a nulla: la trattativa sul prezzo del latte che vede contrapposti da una parte il mondo degli allevatori, i sindacati agricoli e l’assessorato all’agricoltura della Regione Lombardia e dall’altra gli industriali del latte, rappresentati dalla Assolatte, si è interrotta ancora una volta, per l’indisponibilità di quest’ultima ad accordare un adeguamento tariffario sacrosanto, senza il quale migliaia di aziende saranno costrette presto a chiudere.

È stato così vanificato il tentativo dell’assessore Walter Ferrazzi di avviare una trattativa che potesse mantenere in piedi un minimo di redditività ai produttori di latte, e il peggio è che “l’associazione degli industriali”, dicono i rappresentanti del mondo allevatoriale, “hanno assunto un  atteggiamento provocatorio”, ostentando la forza di chi è abituato a fare il bello e il cattivo tempo a prescindere dalla posta in gioco e dalle pressioni che la politica locale può esercitare sulla loro lobby.

In un comunicato emanato a seguito della rottura della trattativa, gli agricoltori hanno richiesto alla Regione Lombardia di intervenire “per verificare la coerenza dei comportamenti degli industriali con gli obblighi loro derivanti dal percepimento dei finanziamenti regionali stanziati in base all’ex misura “G” del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 (oggi “misura 123”) che avrebbero dovuto portare ritorni positivi in termini di prezzo di mercato per le imprese agricole conferenti le loro produzioni”.

“In un contesto di progressiva crescita dei costi di produzione e nell’incertezza sull’allocazione delle risorse pubbliche”, prosegue la nota degli allevatori, “l’assenza di un prezzo di riferimento rischia di aggravare in maniera irreversibile la pesante crisi degli allevatori lombardi”.

Attualmente i caseifici industriali, forti della possibilità di acquistare all’estero a 28 centesimi di Euro al litro, stanno riconoscendo agli allevatori di casa nostra appena 31-34 centesimi, nonostante la remuneratività di chi produce si attesti attorno 35-36 centesimi. Se l’ente regionale non saprà intervenire fattivamente su Assolatte nell’immediato, l’unica soluzione alternativa alla bancarotta di un intero settore potrà arrivare dal Governo centrale, ma la fiducia che gli esperti del settore ripongono su di esso è attualmente considerata assai tiepida.