10º anniversario per Obikà. Che festeggia cambiando nome

La homepage del nuovo sito web di ObicàSi comprendono forse solo oggi appieno i motivi che poco più di due mesi fa hanno portato Silvio Ursini, fondatore della catena di mozzarella-bar Obikà, ad escludere platealmente dalle mappe geografiche dei suoi locali tutti i produttori della provincia di Caserta. L'iniziativa innescò una forte polemica con il consorzio di tutela, tanti articoli sui giornali e infine il ripensamento: i locali reinseriti nelle nuove mappe. Ed altri articoli ancora.

Una vera e propria lezione per quanti si occupino di comunicazione aziendale, visto che a così poca distanza di tempo, con il mercato che si è rinfrescato la memoria sulla sua azienda, ora Obikà diventa Obicà e lancia il suo nuovo sito web, che finalmente mette in chiaro a chi ancora se lo stesse chiedendo il significato di un nome apparentemente strano. "Nella lingua della mia città, Napoli", esordisce Ursini nella homepage, "questo è il modo di indicare qualcosa di sorprendente, come una mozzarella appena fatta, ancora gocciolante e pronta per essere mangiata".

"Qui da Obicà", prosegue l'imprenditore campano, "abbiniamo la migliore Mozzarella di Bufala Campana Dop con prodotti selezionati provenienti da fattorie e aziende agricole artigianali, i cui produttori nel tempo sono diventati nostri amici. Persone orgogliose di difendere le tradizioni culinarie del nostro Paese sia che si tratti di pomodori biologici, di pasta trafilata al bronzo o di un vino particolare".

Il messaggio del patron di Obicà si conclude sottolineando che "le nostre ricette sono semplici e autentiche, tramandate da secoli secondo la tradizione, presentate in chiave contemporanea" e con un saluto ai propri lettori che non poteva essere diverso: "Obicà!"

E non è neanche un caso che tutto ciò arrivi a rendere più vivace e pregnante quello che altrimenti sarebbe semplicemente il 10° anniversario dalla fondazione dell'azienda, che in questi due lustri ha saputo affermare la validità della sua formula con numeri di tutto rispetto: ventuno esercizi attivi in Italia e all'estero (Roma, Milano, Firenze, Palermo, Londra, Los Angeles, New York, Dubai e Tokyo), con fatturato 2014 di 20 milioni di euro solo in Italia (+20% sul 2013, con un milione di pasti serviti, nonostante la crisi), a cui si aggiungono i 10milioni di euro arrivati dagli esercizi attivi nel resto del mondo. Inoltre, sono quattrocentoquaranta i dipendenti occupati, e dietro l'angolo pare esserci la bella notizia di altre otto aperture entro il 2016.

10 novembre 2014

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