Cesena: la Centrale del latte apre i battenti alle scuole. E racconta (quasi) tutto sulla bianca bevanda

Siamo in piena crisi dei consumi alimentari, si sa, e forse il peggio deve ancora venire, ma i problemi li passano anche il mondo dell'istruzione e in particolare quello della scuola, in cui tra i tagli operati si registra quello ai costi delle gite scolastiche. Non tutte le famiglie riescono a sobbarcarsene l'onere e allora accade – come è accaduto a Cesena – che qualche imprenditore decide di farsene carico, se non per sostenere l'istruzione, per qualche proprio interesse aziendale.

Stiamo parlando della Centrale del latte del capoluogo romagnolo che tra le varie attività legate alla ricorrenza del 55esimo anno di attività ha deciso di aprire le proprie porte alle scuole, per dare modo agi alunni di vedere con i propri occhi il ciclo produttivo, o meglio ciò che avviene all'interno delle proprie mura: dall'arrivo del latte nelle autocisterne refrigerate allo stoccaggio negli appositi tank – refrigerati anche quelli – al confezionamento, al caricamento dei camion dedicati alla consegna.

Grassi, proteine, carica batterica, cellule somatiche, igiene, catena del freddo: i fattori su cui l'industria del latte basa le proprie logiche produttive verranno illustrati tutti ai consumatori di domani, con l'intento – è ovvio – di rendere un po' più familiare un prodotto che sta rischiando di scomparire, anno dopo anno, dalle colazioni e dalla dieta dei ragazzi.

Duemila gli alunni che a partire da questa settimana visiteranno l'impianto per scoprire "tutto" del latte. Le visite, in cui i tecnici della Centrale guideranno i ragazzi, saranno sostenute dal Comune di Cesena, che ha deciso di dare il proprio patrocinio all'iniziativa e di sostenere parte delle spese di trasporto. Alla fine di ogni visita gli alunni potranno consumare una merenda con i prodotti dell'azienda, con l'auspicio che gli stessi possano essere maggiormente presenti in futuro sulle tavole delle loro case e nelle consuetudini alimentari di ogni giorno. 

Ragazzi che presto sapranno qualcosa in più del latte, certo, ma che diventando uomini dovranno completare ognuno per sé un racconto in cui la parte mancante (quella che l'industria non può non eludere) è sempre la stessa: come vengono nutrite le "mucche"? Cosa sarebbe bene dar loro da mangiare se si volesse avere un latte con contenuti nutraceutici ottimali? Qual è invece la dieta a cui le bovine devono invece sottostare, all'interno degli allevamenti industriali, e perché? Domande a cui purtroppo neanche i loro genitori sapranno rispondere.

24 novembre 2014