Nord chiama Sud: la mozzarella tarocca è made in Crema

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19 giugno 2009 – È proprio vero che il “mestiere” di consumatore è uno dei più difficili al mondo. Fuggiti in molti dalle rinomate Dop “alla diossina” e rifugiatisi nei mille cloni d’ogni parte d’Italia, oggi gli tocca scoprire che in quel di Crema, in provincia di Cremona, il latticino più famoso del mondo veniva fatto quasi esclusivamente con materie prime vietate, quali la caseina, il burro e persino i formaggi rientrati in azienda perché prossimi alla scadenza o scaduti.

È quanto scoperto dai Nas dei Carabinieri, che a seguito di un’ispezione effettuata presso la sede dell’industria casearia hanno sequestrato oltre quattro tonnellate di mozzarelle (per un valore commerciale 45 mila Euro), tre in procinto di entrare in distribuzione e più di una già nei canali commerciali, nelle regioni del nord Italia. I due titolari dell’azienda incriminata sono stati denunciati per frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine e sofisticazione di alimenti con sostanze non consentite.

Il “trucchetto” dei due malfattori consisteva nell’arricchire con il burro la massa grassa del prodotto e con la caseina la sua consistenza proteica. In questo modo l’azienda riusciva a produrre mozzarelle facendo ricorso a modeste quantità di latte.