
La vicenda ha avuto larga eco sui media nazionali (leggi qui e qui), ed è rimbalzata poi con grande enfasi sui social network dove, al di là dell'indignazione per il fatto in sé stesso, è emersa la rabbia dei tanti che avrebbero voluto "solo" il nome. E che in mancanza di un'identità esatta del malfattore saranno portati – nel dubbio, extrema ratio – a depennare tutti i produttori di Serre (non è una congettura: in molti lo hanno scritto, su Facebook e Twitter, e lo faranno, ndr), "punendo", con il boicottaggio degli acquisti, anche i buoni e gli ottimi produttori che in quel territorio di certo non mancano.

Il confronto con i marchi degli altri caseifici presenti nello stesso comune (foto in basso nella pagina) ci permette però di aiutare i nostri lettori a capire, per "differenza", quali aziende non sono state coinvolte nella frode e di riportare così un minimo di tranquillità in una parte dei consumatori.
A quanti ci hanno chiesto se le mozzarelle "incriminate" fossero di latte bufalino o vaccino rispondiamo che non è dato saperlo, non essendo questo elemento stato dichiarato dalle autorità competenti. Di sicuro in passato l'azienda incriminata produceva latticini da latte di bufala, poi – per varie vicissitudini in cui era occorsa – si dice che sia passata a produrre anche (o forse solo) da latte vaccino. E che di sicuro si sia orientata a mercati distinti e distanti da quello locale. Un sospiro di sollievo lo possono tirare proprio i consumatori del salernitano. Gli altri, con un poco di memoria visiva, hanno più di un aiuto.
Buona mozzarella "giusta" a tutti, allora!
26 gennaio 2015



