Nardoni: ”No al latte straniero per la Burrata di Andria”

Burrata di Andria - foto di tomislav medak - Creative Commons License©L’assessore regionale pugliese alle Risorse Agroalimentari, Fabrizio Nardoni, ha recentemente espresso la propria perplessità al ministro Martina a proposito del disciplinare di produzione della Burrata di Andria Igp, auspicando un intervento del ministro sui legislatori comunitari. «Ti esprimo la nostra insoddisfazione», ha scritto Nardoni in una nota indirizzata al capo del dicastero agricolo, «per la discutibile interpretazione fornita dal Mipaaf, sulla qualificazione dei requisiti necessari per il riconoscimento della “Burrata di Andria” quale prodotto ad indicazione geografica protetta, ai sensi del Regolamento (Ue) N. 1151/2012» (regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari).

«I tecnici del mio assessorato», ha proseguito Nardoni, «hanno avuto modo di illustrare ampiamente i motivi del nostro disaccordo nel corso della riunione di pubblico accertamento del disciplinare di produzione della Igp, tenutasi lo scorso 2 febbraio ad Andria. È stato compiutamente evidenziato, in tale sede, come il mancato riconoscimento della introduzione nel disciplinare della percentuale della materia prima (latte) di provenienza dal territorio delimitato – non inferiore al 51% di quella utilizzata nella lavorazione  concorra a vanificare ed annullare gran parte degli sforzi e le strategie della Regione Puglia, che sono state dispiegate nel corso di questi anni per la compiuta valorizzazione delle filiere produttive, delle produzioni territoriali e delle loro tipicità».

«Come ben sai», ha proseguito l'assessore pugliese, «la stessa Associazione Produttori “Burrata di Andria” a seguito del confronto con gli uffici regionali, aveva dapprima riformulato la bozza del disciplinare di produzione (in data 20.12.2013), e quindi, a seguito di ulteriori approfondimenti, aveva condiviso ulteriori modifiche al disciplinare di produzione il 16 aprile 2014, sia per quanto riguarda l’estensione della zona di produzione a tutto il territorio della regione Puglia, sia per la introduzione della percentuale della materia prima (latte) di provenienza dal territorio delimitato, non inferiore al 51% di quella lavorata».

«Converrai con noi», prosegue Nardoni, «che risulta estremamente difficile sostenere la credibilità di una produzione Igp il cui disciplinare si limiti a definire solo il tenore di grassi e proteine, la carica batterica, ecc., senza delimitare chiaramente la provenienza della materia prima. In pratica, in mancanza di tale indispensabile qualificazione territoriale, la “Burrata di Andria” diventa un prodotto che potrebbe essere praticamente realizzato con materia prima che potrebbe provenire da ogni parte del mondo, con il rischio concreto di molteplici insidie ed abusi nell’uso della indicazione geografica».

«Da questo riconoscimento», ha concluso Nardoni, «scaturiscono effetti che impattano concretamente sull'attività agricola e zootecnica regionale e su numerosi operatori del campo agricolo, zootecnico ed agroalimentare. Alla luce di queste considerazioni, ti chiedo – nei conseguenti procedimenti per il riconoscimento dell'Igp alla “Burrata di Andria” – di volerti adoperare politicamente, anche nei confronti della Commissione Europea, per una riconsiderazione dei requisiti necessari al riconoscimento dei prodotti a indicazione geografica protetta».

16 febbraio 2015