Il negazionismo di Governo manda la Terra dei Fuochi in soffitta

Carmine Schiavone se n'è andato. È morto ieri, 22 febbraio, di infarto, all'età di 71 anni. È morto portando con sé chissà quanti altri segreti sulla Terra dei Fuochi. Carmine Schiavone, il pentito che con le sue rivelazioni ha contribuito a disvelare una delle attività più redditizie della camorra casalese, quella che forse ha avuto – e avrà, chissà per quanto tempo ancora – un impatto devastante sulla salute pubblica di una vastissima area del casertano e del napoletano.

Si è fatto un gran parlare, nei giorni scorsi, di Terra dei Fuochi, con i pentastellati pronti a speculare sulla possibile "distrazione" da parte dello stato di 9,7 milioni di euro dei dieci destinati al contrasto della criminalità organizzata. Secondo la fantasiosa accusa dei grillini quei fondi sarebbero stati dirottati su un capitolo relativo ad un'altra sicurezza: quella dell'Expo (tesi prontamente confutata da Angelo Ferrillo, presidente dell'associazione "La terra dei Fuochi", leggi qui). La vicenda continua così a costellarsi di interventi fuori luogo, spesso inopportuni e ancor più di frequente assai poco credibili, come quando i più svariati esponenti del Governo, dal ministro dell'ambiente a quello della salute, giungono a minimizzare (leggi qui e qui), a negare, a distogliere l'attenzione dal problema reale: le bonifiche non sono mai state avviate, se si esclude qualche modesto intervento della primavera scorsa.

Nel frattempo, mente i media continuano a dare la parola ai tizio e ai caio di turno (per lo più per tranquillizzare e sminure), c'è chi continua a sversare e a bruciare veleni. Per capire quanto si stia facendo bastano due dati: nel 2014 sono stati censiti 2.531 roghi di rifiuti; nello stesso periodo gli arresti per queste attività sono stati 31. Nel mentre i roghi continuano ad essere accesi (clicca qui e qui) e la gente continua a morire. Di tumore, ovviamente. Difficile parlare di fatalità, ancor meno di coincidenze. L'eccidio in atto è frutto dei roghi del passato. Come ha ben detto il magistrato Ferdinando Imposimato (leggi qui), sono tumori di Stato. Coperti dall'inerzia, dal negazionismo, dal riduzionismo di cui molti si sono fatti artefici (pensiamo ai tanti soloni che hanno in mente la difesa del "made in Campania" "senza se e senza ma": si rivolgessero al Governo anziché venirci a contar balle) porteranno ancora morti e morti, negli anni a venire.

Una cosa è chiara, e lo è da tempo: in vaste aree del nostro Paese lo Stato non c'è più, e non perché sia assente, o poco presente: è semplicemente stato sostituito, alcuni decenni fa, dal Governo delle Mafie. Che, come rivelò il pentito Carmine Schiavone, giunsero a governare tutti i centosei comuni della provincia di Caserta, nessuno escluso.

23 febbraio 2015