Il Parmigiano è ai minimi storici. E da vittima va a celebrarsi nel tempio del lusso

   Pare essere tornato il bel tempo tra il Consorzio del Parmigiano Reggiano e la matrigna di tutte le agricolture italiche, Coldiretti. A meno di un anno dalle dure critiche portate dalla prima confederazione agricola italiana all'ente di tutela (leggi qui), le due parti pare che abbiano recuperato la sintonia dei bei tempi andati, tanto da ritrovarsi nuovamente unite in vecchie e nuove battaglie, invero già viste, con argomenti oggi oltremodo logori (leggi qui una nostra chiave di lettura "fuori dal coro", ndr).

E così, accade che, ancor prima che si spengano i riflettori sulla promozione effettuata (con i soliti finanziamenti pubblici che mai giungono alle piccole realtà, ndr) nel tempio londinese del lusso di Harrods (leggi qui), i magnifici primattori del teatrino agroalimentare all'italiana si ritrovino ora a braccetto per protestare – udite udite la novità! – contro i cloni stranieri e italici. Eh sì, perché ad abusare della fama dell'ex Re dei formaggi italiani sarebbe stato (ed è giunta la condanna, finalmente!; leggi qui) anche lo scriteriato titolare di un caseificio fuori dalla zona di produzione della Dop, colto in flagranza di reato, anni fa, per aver prodotto almeno centocinquanta forme "fuorilegge".

Nell'italico lamentarsi del mondo-che-non-va – neppure per i numeri uno – ecco allora che i giovani di Coldiretti s'impegnano a fondo per farci sapere (leggi qui) che le imitazioni del Parmigiano avrebbero superato per la prima volta gli originali, in termini di numero e di fatturato. Tra le tante affermazioni non proprio inedite pubblicate sul sito di "Giovani Impresa Coldiretti" ecco però che emergono due considerazioni interessanti: la prima ci dice che "il prezzo pagato ai produttori di Parmigiano Reggiano è diminuito del 20% nel giro di 12 mesi, passando dai 9,12 euro del gennaio 2014 ai 7,31 euro di fine dicembre 2014"; la seconda che "il prezzo di vendita ai consumatori è calato appena del 4% con effetti negativi sugli acquisti degli italiani".

Interessanti perché ci raccontano di quanto i giovani di Coldiretti siano diventati scaltri quanto i meno giovani: tanto bravi da dimenticare che la politica del consorzio, tesa alla riduzione della produzione per recuperare il crollo del prezzo non abbia trovato alcun risultato utile. Tanto quanto la promozione del prodotto, in Italia (avete notato il crollo della presenza pubblicitaria del Parmigiano negli ultimi due anni?) e all'estero, complice il clamoroso fiasco della società I4S, la controllata del consorzio incaricata della promozione del prodotto sui mercati stranieri, che oltre al forte disavanzo (due milioni di euro nel 2014; leggi qui) avrebbe operato senza alcuna sinergia con i produttori dediti all'esportazione, giungendo persino – gli strateghi del marketing! – a contrapporsi all'operato di quelli.

16 marzo 2015