Fiorenzo Rigoni, quarantanove anni, asiaghese e direttore del Caseificio Pennar, è il nuovo presidente del Consorzio per la Tutela del Formaggio Asiago. Rigoni è stato eletto all’unanimità martedì scorso, 21 aprile, dal nuovo consiglio di amministrazione scaturito dall’assemblea dei soci del 20 marzo. L’elezione assume particolare rilevanza in quanto per la prima volta in trentasei anni (il consorzio fu istituito nel 1979) un asiaghese e altopianese viene posto al vertice dell’ente di tutela, che oggi è forte di quarantuno produttori e quattro stagionatori in un territorio che abbraccia le province di Vicenza, Padova, Treviso e Trento.
«Ringrazio per la fiducia tutti i consiglieri», ha esordito il neopresidente Rigoni, «che con la mia nomina hanno scelto di ribadire il legame inscindibile dell’Asiago Dop con il suo territorio e quell’inimitabile combinazione di fattori locali non replicabili che fanno della nostra Dop un importante presidio della biodiversità ambientale. Una biodiversità da preservare, valorizzare e promuovere anche attraverso un legame sempre più stretto con le sue origini».
«Su questa strada, iniziata dal mio predecessore Roberto Gasparini», ha aggiunto Rigoni, «proseguiremo con costanza, a partire dall’imminente presenza all’Expo 2015, occasione di promozione universale dei nostri valori».
Il nuovo Cda del consorzio è composto, oltre a Fiorenzo Rigoni, il riconfermato vicepresidente Fabio Finco (Casearia Monti Trentini), i consiglieri Gilberto Bertinazzo (Caseificio San Vito Povolaro), Sebastiano Bolzon (Caseificio San Rocco), Antonio Bortoli (Lattebusche), Enrico Chiomento (Latterie Venete), Gianfranco Giuriato (Latteria Villa), Mariano Panozzo (Panozzo Giovanni), Mauro Toniolo (Toniolo Casearia), Andrea Trentin (Latterie Vicentine) e Antonio Zaupa (Brazzale) che saranno in carica sino al 2019.
Ci si auspica che con l’elezione di Fiorenzo Rigoni il consorzio riesca ad attuare una politica di sempre maggior sostegno e valorizzazione delle produzioni maggiormente aderenti alle tradizioni di questo formaggio. A nostro avviso, ed è bene che il consumatore lo ricordi sempre, un prodotto realizzato sia in montagna che in pianura, tanto da artigiani quanto da industrie, in un territorio così ampio e vario (nessun’altra montagna ha l’ecosistema dell’Altopiano di Asiago), non potrà non essere caratterizzato da un’infinità di sfaccettature ed aspetti. L’importante sarà distinguerli e fare ognuno la propria scelta.
27 aprile 2015