Tratturi: il ”patrimonio dell’umanità” è tra i progetti dell’Abruzzo

Pastori in transumanza in una foto della prima metà del XX secoloIl dipartimento per le Politiche Agricole della Regione Abruzzo ha messo mano alla complessa mappa dei tratturi per giungere finalmente al suo riordino in quella che dovrà essere una gestione patrimoniale già auspicata da tempo. L'obiettivo è quello di garantire al turismo – e (perché no?) ai residenti – la riscoperta e la fruibilità di un patrimonio smisurato fatto di antichi tracciati e di infrastrutture – alcune delle quali ancora in buono stato di conservazione – ma al tempo stesso caratterizzato da molte sovrapposizioni urbanistiche, innanzitutto viarie ma anche edilizie, laddove i tracciati attraversavano i paesi.

Ad un anno dall'inizio del lavoro di ricerca, grazie alla ricostruzione dei tracciati e degli immobili ad essi legati, i responsabili del dipartimento hanno stilato una prima mappatura digitale dei percorsi che greggi e pastori percorrevano verso la Puglia, quando con l'approssimarsi della stagione invernale – anno dopo anno – si ripeteva l'esodo verso un clima meno rigido e pascoli buoni da brucare. Da lì, prima dell'arrivo dell'estate, il percorso inverso, per riportare greggi e armenti in Abruzzo lungo tracciati che complessivamente superavano mille chilometri (oltre tremila quelli dell'intera rete dei tratturi "orizzontali"). Di questi, ben 520 km sarebbero stati  ora verificati e "mappati" proprio grazie a questo lavoro di ricerca, in cui si evidenziano dei veri e propri "classici" del genere, tra cui spiccano i tratturi L’Aquila-Foggia e il Celano-Foggia (il famoso "Tratturo Regio"), a cui vanno aggiunti i molti altri tratturi e tratturelli sinora censiti.

Per il loro valore storico-paesaggistico, il patrimonio dei tratturi è stato inserito tra quelli "di notevole interesse" dalla Soprintendenza Archeologica di Chieti, per i suoi innumerevoli aspetti, archeologico, paesaggistico e di memoria sociale, economica e  agricola, che nelle intenzioni dell'amministrazione regionale dovrebbero essere destinati a richiamare un turismo ecosostenibile che appare in crescita. Fatto di visitatori italiani e stranieri alla ricerca di un approccio autentico con la natura, con i territori più suggestivi e incontaminati. Non secondariamente, la Regione Abruzzo starebbe lavorando alla presentazione della domanda di "patrimonio materiale e immateriale dell’umanità" dell'Unesco.

Un lavoro encomiabile, certo, questo voluto dalla Regione Abruzzo, che solo qualche anno fa non sarebbe stato neanche immaginabile. Ora c'è solo da sperare che gli amministratori locali del prossimo futuro riescano a capire che nel raccordo tra tutto questo e il mondo pastorale reale possano esserci ancora maggiori valenze e opportunità. Perché una (buona) parte del turismo ecosostenibile cerca prodotti salubri e autentici, e vorrebbe conoscerne i produttori. E inoltre, per il prezioso ruolo di conservazione che i pastori ancora garantiscono ai beni comuni più marginali.

Speriamo che la politica capisca anche questo, senza sovrapporre – una volta tanto – i propri interessi a quelli della comunità.

11 maggio 2015