Fabio Volo, vegano per un giorno, rischia per le ire di Assolatte

Avere a disposizione il microfono di una radio da milioni di ascoltatori non è cosa da tutti. Al tempo stesso non saperlo usare è il colmo dei colmi per uno dei massimi comunicatori dei nostri tempi, o per meglio dire di chi – stiamo parlando di Fabio Volo – ci è stato presentato sinora come tale. L'attore lombardo – che è anche scrittore, conduttore radiotelevisivo e sceneggiatore – è al centro di una disputa con Assolatte che si trascina ormai da due mesi e che, sottaciuta per diverse settimane, è esplosa pubblicamente nei giorni scorsi, rivelando retroscena inusuali oltre che curiosi.

La vicenda offre diversi e interessanti spunti da analizzare, a partire dalla leggerezza con cui si è consumato il misfatto, il 30 dello scorso marzo, sulle frequenze di Radio Deejay. Durante la conduzione della trasmissione "Il volo del mattino", il conduttore si lasciò andare ad una delle affermazioni più tipiche (ma meno dimostrabili) dello stupidario vegano – vale a dire che "il latte fa male". La boutade fu peraltro mal argomentata, a quanto pare, se si esclude un misero riferimento ad uno studio di Colin Campbell (il "China Study" che ipotizza una connessione tra caseina e cancro) poi confutato da una vasta letteratura scientifica in tutto il mondo.

Quali siano state le motivazioni che hanno portato Volo a sparare una tale affermazione senza dare spazio al benché minimo dubbio è persino ipotizzabile (la radio sta registrando un grave calo degli ascolti, ndr) ma di certo non giustificabile. Noi al posto di Volo avremmo quantomeno detto che "c'è latte e latte (lo sappiamo bene, ndr): se le vacche vivono una (breve) vita in stalla alimentate con mangimi è un conto, e se vivono al pascolo, nutrendosi di erba è un altro paio di maniche. E di latte!".

Sta di fatto che, alcuni giorni fa, gli strali di Assolatte per la vicenda sono pubblicamente piombati sul conduttore-scrittore, reo di aver gettato discredito sulla secrezione delle italiche bovine e pertanto assurto al ruolo di querelando dall'associazione degli industriali del settore. L'accusa? Quella di aver gettato discredito e di aver causato perdite incommensurabili ad un settore peraltro già di per sé in crisi. Con la conseguente prospettiva per Volo – a detta dello stesso Ambrosi – di vedersi citare in giudizio per una causa legale milionaria per danni d'immagine ad un intero comparto.

Chi cerchi ulteriori dettagli (anche le frasi con cui Volo è stato attaccato e ha tentato di difendersi, ndr) potrà leggere qui e qui: se ne parla anche all'estero!, ndr).

Come andrà a finire a noi interessa assai poco: l'informazione "per sentito dire" non trova né troverà mai la nostra condivisione; come non la trovano le alzate di voce e le minacce di chi fa la voce grossa, forte della possibilità di coinvolgere fior di studi legali sempre pronti a scendere in campo per una presunta lesa maestà.

25 maggio 2015