Nessun abbattimento per le ”vacche sacre”. Denunciati e multati i responsabili

Una volta tanto, la cronaca dei nostri giorni registra un lieto fine, in una disputa in cui degli ignari bovini hanno rischiato di essere abbattuti per sanare l’annosa consuetudine del pascolamento abusivo. A rischiare di morire per nessuna propria colpa – e per oltre un mese – sono state alcune bovine (denominate “vacche sacre” per il “rispetto” che la popolazione porta loro) di proprietà di appartenenti alla ‘ndrangheta reggina. Questa, per una inveterata consuetudine di chi vuole dimostrare il suo potere alla comunità locale, era solita far pascolare i propri animali – di razza Podolica e meticci di Podolica – senza mandriani e senza limiti (spesso anche senza marche auricolari), lasciando che invadessero i terreni altrui, sottraendo erba a terzi e devastando orti e giardini.

Dopo le ultime denunce, i sopralluoghi delle autorità competenti e l’accertamento degli illeciti, alla fine dello scorso aprile le Prefetture di Reggio Calabria, Palmi e Locri avevano disposto “l’abbattimento di tutti i capi bovini pericolosi per l’incolumità di persone e sicurezza pubblica”. Una decisione che sembrava senza appello, ma che nell’arco di alcune settimane – a seguito delle polemiche locali, del tam-tam nei social network e di una petizione popolare che proprio dal web era scaturita (leggi qui) – ha portato alla svolta tanto desiderata ma in cui ben pochi ancora confidavano.

A seguito di accertamenti disposti dal Prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino, una nuova e incisiva azione di controllo è stata effettuata alla fine di maggio nei territori di Cittanova e Taurianova, nelle aziende zootecniche e non solo, portando ora a quel che la logica avrebbe voluto fosse fatto da tempo immemorabile, vale a dire all’individuazione dei responsabili. Dieci le aziende nel mirino degli investigatori, otto i denunciati alle autorità giudiziaria – tutt’ora purtroppo senza nome – e quindici le sanzioni amministrative elevate.

Ciò che più preoccupa e fa riflettere – al di là di questo felice ma sofferto epilogo – sono la diffusione e il radicamento del fenomeno che, ad oltre quarant’anni dal suo esordio, è ancora ritenuto “di notevole rilevanza per gravità”. I bovini, talvolta inselvatichiti  e appartenenti a nessuno (difficile risalire ai proprietario senza marche auricolari, ndr) vagano invadendo il sistema viario regionale, tanto su strade secondarie quanto sulla Provinciale n.1, causando sovente dei clamorosi (sono animali da oltre 3 quintali di peso, ndr.) incidenti stradali .

8 giugno 2015