Anche stavolta un’intervista con sponsor: quale etica, quale mercato, Carlin Petrini?

«È un documento storico per l’umanità», che muove «animi e comportamenti di miliardi di persone nel mondo». Così si è espresso Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, intrattenendosi con i giornalisti attorno alla pubblicazione dell’enciclica papale “Laudato si'”. L’intervista è avvenuta a margine della presentazione di un evento sponsorizzato e dedicato – sarà un caso – al primo bilancio di sostenibilità di uno dei principali sponsor dell’associazione.

«Sono rimasto stupito», ha proseguito il numero uno di Slow Food, «dalla potenza di questo messaggio e dalla sua radicalità». Dei contenuti dell’enciclica «è stato sottolineato l’attacco alle banche, ma in realtà è un attacco all’intero sistema economico-finanziario, allo stile di vita consumistico e alla scarsa attenzione all’ambiente».

«È un pensiero articolato e complesso», ha concluso Petrini, che del documento papale ha curato la prefazione, «ed è riduttivo parlare di un'”enciclica verde” o di un'”enciclica ambientalista”. Si tratta di un nuovo umanesimo».

A noi, tanto per rimanere in tema, non è piaciuto affatto che – anche in questa particolare occasione – si sia ripetuto il cliché dell’intervista video (nella foto di apertura un frame dal video pubblicato sul sito web del Sole 24 Ore) con l’intervistato posizionato in maniera tale da avere il marchio dello sponsor proprio sullo sfondo. A chi non si occupi di comunicazione proponiamo la stessa problematica con un’altra prospettiva: trattando l’enciclica anche e soprattutto del ruolo – non propriamente positivo – che l’industria ha sul mercato dei consumi, di etica, di pressione mediatica(*), non era il caso forse di trovare uno scenario più neutro?

Non era proprio Petrini, anni fa, a insistere sul nuovo ruolo dei consumatori che da elementi passivi del mercato avrebbero dovuto riscattarsi nella dimensione dei coproduttori?

22 giugno 2015 

(*) dalla pagina 35 dell’enciclica “Laudato si'”: “…A questo si aggiungono le dinamiche dei media e del mondo digitale, che, quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità…”

L’enciclica si può leggere qui oppure scaricare da qui (pdf 1,1 Mb)