La notizia circolava da 24 ore almeno, dopo le esternazioni di sabato di Roberto Moncalvo (leggi qui), numero uno di Coldiretti, e già nel primo pomeriggio di ieri giungevano i primi feedback dalla stampa estera con un articolo del quotidiano britannico Telegraph (leggi qui). Nonostante la giornata festiva, la puntualizzazione del ministro Martina non s'è fatta attendere.
Una pronta reazione, quindi, contro l'iniziativa di Bruxelles – l'ennesima lettera di infrazione, presentata alla Camera dei Deputati il 12 giugno scorso e al Senato il 18 – riguardante il "Divieto di impiego di latte concentrato o in polvere nelle produzioni lattiero-casearie" (vigente in Italia dal 1974, legge n.148). Una lettera che avvia una procedura che non può essere respinta se non a parole e contro la quale difficilmente ci si potrà opporre. «Nell’Unione Europea», aveva stigmatizzato ieri Moncalvo alle agenzie di stampa, «si consentono trucchi e inganni con l’appiattimento verso il basso della qualità alimentare, anche a danno di Paesi che – come l’Italia – contano su primati qualitativi e di sicurezza alimentare».
Ieri, come dicevamo, è giunta la replica del ministro, attraverso un "cinguettio": "Su formaggi e latte in polvere "no" a diktat Ue. Continuiamo a difendere la qualità italiana", ha scritto Martina sul suo profilo Twitter, facendo seguire a quelle prime battute un comunicato stampa dalle pagine web del Ministero: "Difenderemo fino in fondo la qualità del sistema lattiero-caseario italiano e la trasparenza delle informazioni da dare ai consumatori. Ribadiremo alla Commissione Europea la necessità di un intervento più approfondito sull'etichettatura del latte, che sappia rispondere meglio alle esigenze dei nostri produttori soprattutto dopo la fine del regime delle quote" latte.
"Non siamo disposti", prosegue Martina, "a fare passi indietro su questi principi. È importante ribadire che non sono interessati da questa vicenda i nostri grandi formaggi Dop, per i quali non sarà mai possibile l'utilizzo di materie prime diverse da quelle previste dai disciplinari. Nel frattempo continueremo a portare avanti un lavoro di confronto con le organizzazioni agricole e con la filiera e gli altri Ministeri interessati, per evitare penalizzazioni da parte dell'Unione europea".
Una presa di posizione oltre la quale, al giungere delle sanzioni previste, non si vede come il nostro Governo potrà non soggiacere, piegando il capo, ancora una volta, alle disposizioni comunitarie. Allora, ci si chiede, a cosa vale tutto questo protestare? Forse sta per maturare qualcos'altro di grave e il popolo "beota" dev'essere distratto? Dobbiamo pensare – ad esempio – che i tempi per l'ammissione del latte congelato nel disciplinare della Mozzarella di Bufala Campana Dop siano maturi?
29 giugno 2015