Sicilia: mancano i fondi per lo zooprofilattico. Lavoratori e animali a rischio

   C'era anche un asino, in rappresentanza del comparto zootecnico, a dar manforte ai quarantotto lavoratori dell'Istituto Sperimentale Zootecnico Siciliano (Iszs) che venerdì scorso 25 settembre hanno inscenato una protesta davanti alla sede della Giunta Regionale di via Roccazzo, a Palermo.

Da mesi «l'ente è abbandonato a se stesso», tuona Tonino Russo, segretario della Flai-Cgil del capoluogo siciliano. «Abbiamo chiesto un incontro con il direttore, con l'assessore, ma non si vede nessuno. I lavoratori non prendono lo stipendio da tre mesi, i contributi non vengono versati all'Enpaia da due anni, e non erogano più i buoni pasto, né gli straordinari».

A quanto pare, nelle casse dell'istituto mancherebbero la bellezza di 800 mila euro, necessari per far fronte agli impegni con i propri dipendenti. La Regione, nel piano di assestamento ha previsto appena 140 mila euro, che non bastano neanche a pagare gli stipendi. L'intera gestione dell'istituto è in bilico, ormai: dai mangimi ai farmaci veterinari, dalla benzina al gasolio per le macchine e i trattori, tutte le risorse pare che stiano per terminare.

Lo stato di dissesto dell'ente ha fatto scattare lo stato di agitazione ad oltranza, che è stato comunicato con una nota inviata al presidente della Regione, all'assessore alle Risorse agricole e al prefetto dalle organizzazioni sindacali: Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila, Uil e Confederdia. I segretari delle quattro sigle sindacali, Adolfo Scotti, Tonino Russo, Giuseppe La Bua e Salvatore Cannella, che non hanno avuto riscontro alle precedenti richieste inoltrate all'ente regionale, puntano il dito sul grave stato in cui versa l'Iszs, denunciano il ritardo nella corresponsione delle mensilità e di altri istituti contrattuali, il mancato pagamento dei contributi e l'assenza, già da parecchio tempo, di una governance degna di questo nome, il che non può che aggravare lo stato di incertezza generale, per i lavoratori e per tutto il comparto.

«Se non si troveranno soluzioni alle problematiche esposte nel piu' breve tempo possibile», ha aggiunto Russo, «proseguiremo con altre azioni di lotta. Mangimi, foraggi e medicinali rischiano di terminare e anche la salute degli animali è a rischio».

28 settembre 2015