L’Expo è alle spalle. E in Lombardia si torna a parlare di diossina

Davvero non ci voleva che, con negli ultimi giorni di Expo 2015, scoppiasse un nuovo “caso diossina” proprio in Lombardia. O per meglio dire alle porte di Milano. La notizia, tenuta a tacere sinora, rischia di deflagrare adesso che la grande vetrina dell’agrobusiness si è spenta e che tutti – chi più chi meno – torneranno con i piedi per terra. Sta di fatto che giovedì scorso, 29 ottobre, il M5S lombardo ha lanciato un allarme, riferendo della positività alle analisi sulla diossina presente in terreni agricoli della bassa milanese, uno a Carpiano, l’altro a Landiano, a meno di 10 km ad est del Parco Agricolo Sud Milano.

“La relazione presentata dalla Asl Milano 2”, precisa un documento diffuso mercoledì 28 dal gruppo consiliare Pentastellato “dà atto che i controlli sono stati effettuati il 28 settembre scorso grazie all’interrogazione del M5S, in quanto riporta che il sopralluogo presso la società agricola in oggetto è stato predisposto “vista la summenzionata interrogazione””.

A ribadire la gravità della situazione è la consigliera Iolanda Nanni, che tornando sulla questione ha ribadito che «dal 2007 gli undici ettari di terreno in questione (su 110 coltivati ad alimentazione animale, ndr) sono sempre stati coltivati a mais per uso aziendale» e che «la relazione dell’Asl Milano 2 non spiega le cause della mortalità degli animali allevati a Calnago, che nel 2014 ha toccato un picco di quaranta decessi, contro una media di venti all’anno».

E così, dopo l’avvio dei controlli sui terreni incriminati, a finire sotto esame è stato il latte dell’azienda agricola proprietaria dei terreni. Il dipartimento veterinario dell’Asl Milano 2 ha effettuato i primi campionamenti sul latte, al fine di verificare l’eventuale presenza di diossine, metalli pesanti e policlorobifenili, i cui risultati ormai non dovrebbero tardare. A renderlo noto è stata Claudia Maria Terzi, assessore all’Ambiente della Regione Lombardia, in risposta all’interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle. Secondo la relazione dell’Asl, dal 2007 «risulta che l’area sia coltivata a mais destinato interamente ad alimentazione zootecnica all’interno dell’azienda» e che in questa si allevino oltre 354 capi di bestiame adulto, fra cui 281 capi in lattazione.

Replicando alle parole dell’assessore, la Nanni ha sottolineato che “la contaminazione dei terreni è un dato di fatto, come lo è il fatto che questi terreni siano coltivati e vi siano allevamenti. Non si è ancora proceduto alla bonifica, dopo otto anni, e come tutti sanno la contaminazione della catena agro-alimentare può richiedere anche anni e le istituzioni non possono limitarsi a due campionamenti sul latte».

«Stando così le cose», ha insistito la consigliera del M5S, «chi ci garantisce che se oggi gli esiti sono negativi, già domani le sostanze tossiche presenti sull’area non possano contaminare la catena alimentare?». Solo «successivamente alla bonifica», ha concluso la Nanni, «si dovranno monitorare i prodotti agro-alimentari e il bestiame per assicurarsi che la bonifica sia stata completa ed efficace».

31 ottobre 2015

Ultim’ora – Si apprende in queste ore che le ultime analisi del latte effettuate dalla Asl Milano 2 hanno dato esito negativo sia per la diossina che per pcb e metalli pesanti. Si attendono ora le analisi della carne. Rimane irrisolto sia il caso delle aumentate perdite di bovine sia il nesso tra gli undici ettari contaminati e i prodotti, che ora risulterebbero salubri.