L’Europa del latte conta i propri morti (suicidi) e chiede aiuto al Papa. Assente l’Italia

  600 allevatori si sono tolti la vita in Francia nel corso del 2015, 500 in Germania, 400 in Belgio. Le cifre sono arrotondate, è evidente, e probabilmente per difetto (tant'è che i dati risalgono allo scorso ottobre, leggi qui). In Italia chissà. Forse – penserà qualcuno – è meglio non parlarne: "con tutti i problemi che hanno i vivi, cosa vai a raccontare di chi ormai non c'è più!". Di tanto in tanto, qualche cronaca locale ci consente di venire a conoscenza di qualche suicidio, e ogni volta sembra un caso isolato, il più delle volte si preferisce minimizzare. Meno che mai qualcuno si prende la briga di tracciare un quadro esatto del fenomeno.

Fuori dall'Italia, si sa, gli allevatori europei sono compatti, determinati, spesso organizzati in sigle sindacali indipendenti, e a volte capaci di prendersi lo spazio che meritano, per loro stessi e per le situazioni che li attanagliano. Sino a determinarsi ad arrivare in Vaticano, con una delegazione dell'Emb (European Milk Board, e senza neanche un rappresentante italiano), mercoledì scorso 27 gennaio, per chiedere a Papa Francesco di fare qualcosa, di aiutarli, di salvarli da una situazione che appare senza via d'uscita.

Alcuni allevatori di vari Paesi europei convenuti in Vaticano il 27 gennaio scorso - foto Emb©Come se nulla di questo fosse accaduto, o come se tutto ciò non fosse vero, ecco che a 4 chilometri e a 24 ore di distanza, ai piani alti del Ministero delle Politiche Agricole si compie l'ennesimo miracolo italiano. Quello che questa volta porterà alla salvezza del settore. Di primo acchito la notizia che trapela lascia increduli – e non poco – gli operatori del settore. ma di lì a breve giunge un dettagliatissimo comunicato stampa a spiegare la straordinaria soluzione ordita al tavolo interprofessionale voluto dal ministro Maurizio Martina.

In estrema sintesi – è l'Adn Kronos a dare la notizia nella maniera più asciutta – "il Comitato consultivo previsto dall'accordo di filiera per il sostegno al comparto lattiero-caseario ha svolto la sua prima riunione al Ministero delle politiche agricole raggiungendo l'intesa su un sistema base di indicizzazione del prezzo del latte. Si prevede un meccanismo oggettivo che tiene conto dei costi di produzione e dell'andamento dei prezzi del latte e dei formaggi sul mercato interno ed estero. All'incontro" – informa una nota del ministero – "hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni agricole, dell'industria, delle cooperative e della grande distribuzione".

Sin qui (quasi) tutto chiaro, se non fosse che i nomi delle realtà partecipanti non sono stati affatto divulgati: quali organizzazioni? in rappresentanza di chi? da chi hanno ricevuto una delega? Quali industrie? Quali cooperative e quali firme della Gdo? Il dubbio incalza e vedremo dopo perché.

"L'industria lattiera", prosegue il comunicato dell'agenzia stampa, "ha confermato l'impegno a definire un modello di contratto standard e di promuovere tra i propri associati l'utilizzo degli indici elaborati. Per quanto riguarda i 25 milioni di euro previsti per il settore zootecnico dall'intervento straordinario europeo, il ministro Martina ha firmato il decreto per la ripartizione degli aiuti diretti alle imprese di allevamento per il latte prodotto e commercializzato a dicembre 2015, gennaio e febbraio 2016".

I dubbi sono presto detti: per quanto (poco) tempo dureranno gli aiuti pubblici? Come si farà a sopperire al gap tra i costi di produzione (ben oltre i 35 centesimi) e un prezzo che difficilmente potrà mantenersi attorno ai 32,5 centesimi dell'ultimo accordo? Come e perché Lactalis (colosso in Francia ma anche in Italia) che nel suo Paese ha appena fissato in 27 centesimi al litro il prezzo del latte, dovrebbe accettare una condizione diversa in Italia? Perché mai qualche suo competitor dovrebbe giocare al rialzo?

Su tutto questo ministro e ministero non hanno detto una parola. Meno che mai la Coldiretti, pronta a schierarsi sempre con i giusti e a ricordare a destra e a manca (a chi non ha memoria) quanto il mondo agricolo vada bene grazie al suo operato.

1 febbraio 2016

Per chi voglia approfondire, suggeriamo due letture contrapposte:
Un dettagliatissimo comunicato stampa sul sito del Mipaaf
legittimi dubbi espressi dal sito web "Insieme per la Terra"