Grana e Parmigiano: la contesa si gioca sul piano dei media

La scena di Beatiful su cui il Consorzio del Grana Padano baserà una causa per danni. Curioso scoprire che l'attore è tra i testimonial del Consorzio del Parmigiano ReggianoGrana Padano vs. Parmigiano Reggiano, cugini e vicini (geograficamente), tanto simili (se si esclude l'alimentazione animale) e mai uguali: è il classico dei classici nelle competizioni mediatiche e di mercato del nostro settore. I due contendenti tornano sul proscenio di una sfida che appare senza fine, senza tempo e senza frontiere, quasi sempre (per fortuna) combattuta sottotraccia. Ma che di tanto in tanto sa risvegliare gli animi e – se non proprio appassionare – quantomeno riesce a incuriosire e divertire.

Il palcoscenico stavolta è quello internazionale, e la platea si fa vasta, i toni clamorosi. Come clamorosa è stata la scintilla che ha fatto deflagrare il caso: Dick Christie, attore impegnato nella millantesima serie della soap opera televisiva Beautiful, ha offeso il Grana Padano e il Grana Padano ha raccolto il guanto della sfida e ricambiato lo schiaffo che condurrà le parti – a quanto pare – dinanzi ad una corte Usa. Per la precisione, ad essere ad essere danneggiata – come riporta l'edizione di giovedì scorso di Brescia Today – è stata l'immagine del "formaggio Dop più venduto" d'Italia. Un'immagine che l'attore statunitense ha letteralmente messo sotto i piedi in una scena tanto gratuita quanto disdicevole, che i maligni hanno visto come un favore alla Dop dei rivali.

La pagina del sito web del Consorzio del Parmigiano Reggiano in cui si riferisce dello spot, come se niente fosse. E il link alla puntata incriminata di Beatiful porta ora ad un messaggio di errore (404, page not found)Ripreso nel bel mezzo di un pranzo, Charlie Webber, il personaggio interpretato dall'attore, accorgendosi di aver acquistato un formaggio anziché un altro, avrebbe esclamato "Oh no, I got Padano!", mollando tutto lì, su due piedi, e precipitandosi ad acquistare del Parmigiano. La scena, che non abbiamo modo di verificare (è curiosamente scomparsa dal canale web di Mediaset, che Beautiful trasmette, ndr), ma ben descritta dal quotidiano lombardo, lascia più che perplessi, tanto gratuita appare la battuta e tanto palesemente imbarazzante o irritante essa è per i soggetti interessati. Certo, il livello del prodotto (televisivo) è quello che è, ma per quanto la professionalità non la si possa sempre pretendere a livelli stratosferici (come per ciò che mangiamo, ci sono prodotti per tutti i" gusti e portafogli) la sensazione è che qui davvero si sia toccato il fondo più fondo che c'è.

Il sito del Consorzio del Parmigiano Reggiano conferma i sospetti: l'attore americano coinvolto nella vicenda è uno dei suoi testimonial. Qui gatta ci cova...Andando a investigare sulla vicenda – udite udite – la nostra redazione ha scoperto che – manco a farlo apposta – l'attore Usa è nella "Wall of fame", tra i testimonial del Consorzio del Parmigiano Reggiano (assieme a Massimo Bottura, Jhon Legend, Nicole Kidman e altri ancora) e che la scena "incriminata" era raggiungibile tramite link dal sito web di quest'ultimo consorzio, dal quale ora però appare rimossa. Rimane un frame, che qui riproduciamo, e l'eloquente didascalia che svela il retroscena della vicenda: "Charlie Webber / Soap opera Beautiful / Durante una puntata della famosa serie televisiva Beautiful, il personaggio Charlie Webber (interpretato dall'attore Dick Christie) al minuto 11.10 si accorge di aver fatto un errore nella sua spesa quotidiana e deve assolutamente rimediare in quanto il Parmigiano Reggiano non può mancare per il suo perfetto pranzo del ringraziamento!" Ovviamente nessun riferimento a quanto lamentato dal Consorzio del Grana Padano, ma mettendo assieme le due "mezze verità" il quadro è chiaro su quanto nella battaglia tra i due "cugini vicini" siano tornate in uso armi che il buonsenso e la correttezza non vorrebbero mai vedere utilizzate.

Il rilancio dell'immagine del Grana Padano
E pensare che proprio in questi giorni, il Grana Padano aveva rilanciato (dopo la "bufera aflatossine" che l'aveva portato a molte precisazioni e prese di distanza, ndr) la propria immagine anche nell'ambito internazionale, con una di quelle campagne mediatiche (leggi qui) che da anni vedono coinvolto l'"Osservatorio Nutrizionale Grana Padano", uno dei bracci armati del marketing del consorzio con sede a Desenzano del Garda.

Anche su quel fronte,  uno studio italiano – che propone il formaggio grana come possibile rimedio dell'ipertensione arteriosa – rilanciato dal recente 31° Meeting dell'American Society of Hypertension e pubblicato sul British Medical Journal e su diverse testate giornalistiche italiane e straniere – è stata alta l'attenzione dei media nonostante proprio negli Usa sia ancora elevato l'interesse della stampa scientifica (leggi qui) per le pessime imitazioni che il Parmigiano Reggiano ha negli States, dove tre mesi fa si registrò la truffa del "100% Grated Parmesan", tagliato con percentuali di cellulosa (del legno) oltre i limiti di legge. In sostanza si legge molto, in tutte le lingue del mondo, dei due formaggi grana italici per antonomasia. E ciò non farebbe che bene al nostro settore se non fosse che il mercato appare in una transizione tra le più sfavorevoli mai viste, con una crisi globale e un eccesso di offerta che inevitabilmente trascina ovunque i prezzi al ribasso.

Formaggi investiti da una crisi globale
Mentre la partita più seria che l'Europa del "buon cibo" si troverà a giocare appare ormai all'orizzonte – sul fronte del trattato Ttip – la stampa internazionale si interroga ormai incessantemente sull'incapacità dell'industria a stelle e strisce di collocare formaggio sui mercati esteri (leggi qui e qui), e sul crollo dei prezzi registrato sul mercato interno. La promozione del "made in Italy" che da sempre ha più voce (e più finanziamenti pubblici) si gioca oramai così: controcorrente e con un crescente supporto mediatico. C'è da capirli allora quei maliziosi che – pensando forse a Beautiful – insistono nel dire che nulla accade per caso a questo mondo. E chissà che non abbiano poi ragione.

23 maggio 2016