Il latte e Eataly: vaglielo a dire ai bimbi che non si raccontano bugie

L'evento che Eataly Torino ha ospitato (e promosso sul suo sito) per ''insegnare'' ai bambini i segreti del latte ''bianco''Parli del diavolo e spuntano le corna. Se ne parlava al Salone del Gusto domenica 25 settembre: «il buon latte è quello giallo (ricco del betacarotene dell’erba), non quello bianco». A dirlo non era il primo arrivato bensì il Professor Giampiero Lombardi, esperto di praticoltura e docente del DiSAFA dell’Università degli Studi di Torino. L’occasione – da noi qui documentata (video più in basso, ascolta dal minuto 3:24), era quella dell’incontro pubblico intitolato infatti  “Quando il latte non è solo bianco”, in cui il fior fiore degli specialisti in agronomia, zootecnia, nutrizione umana erano convenuti ad affermare la sola e unica verità in materia di latte: “quello buono e che fa bene ci arriva dalle vacche nutrite ad erba e fieno”.

In un passaggio dell’incontro, nel descrivere le drammatiche differenze tra latti industriali (mangimi) e latti di piccoli allevatori estensivi (erbe), il professore aveva fatto cenno ad una campagna pubblicitaria che la Centrale del Latte di Torino aveva promosso qualche mese prima. Una campagna che nel proprio claim affermava che il latte buono è “Quello bianco, Tapporosso”, alludendo ad una gamma di prodotto denominata proprio “Tapporosso”. Concetti facili da memorizzare ma – lo diciamo con un certo eufemismo – non del tutto veritieri.

altEd ecco così, che a due settimane esatte, e proprio mentre scriviamo queste righe, la Centrale del Latte di Torino è protagonista presso la sede Eataly del capoluogo piemontese e torna sul tema, mistificando, raccontando una “verità” assolutamente di parte. E, quel che è peggio, rivolgendo questo messaggio ad una platea di genitori e di bambini. I futuri consumatori di domani apprendono così oggi la “verità” dell’industria, che – come quasi sempre accade – non è quella vera.

Guarda il video ora! Ascolta bene il passaggio da 3:24 in avanti!

 

“Guidati dalle maestre di Eataly”, recitava così un redazionale apparso giorni fa sul quotidiano La Stampa di Torino, “i giovani partecipanti si cimenteranno nella realizzazione di un goloso budino e, nell’attesa che diventi buono da mangiare, scopriranno le fasi della lavorazione e della catena del latte”. L”iniziativa, ad accesso libero, è verosimilmente dovuta ad una serie di fattori, non ultimi il calo delle vendite e la comparsa, proprio sugli scaffali di Eataly Torino, di un gran numero di latti piemontesi “di cascina”. Peccato che tutti provengano da vacche alimentate a unifeed e silomais, trattati ad alta temperatura (Uht) e, visto che siamo ad Eataly, venduti a prezzi mai visti prima e del tutto ingiustificati per la tipologia proposta: da 1,20 ad 1,40€ al litro.

In attesa di Fico Bologna, i grandi propositi originari di Eataly si perdono passo dopo passo proprio nella prima sede di quello che doveva essere il tempio del buon cibo e che è diventato l’ennesima catena di una Gdo come tante altre. Ancora poco, e di buono non resteranno neanche più i proclami.

10 ottobre 2016