Mangimi sempre più scadenti? Arriva il giro di vite del Governo

Mala tempora currunt, per gli allevatori, si sa. Ma anche per i consumatori che, sempre più spesso, si trovano a comperare prodotti agroalimentari senza conoscerne il reale livello qualitativo. La crisi dei produttori – di latte e di carne – rischia di diventare crisi della qualità del prodotto (e alcune volte, purtroppo lo diventa), quando le aziende, di fronte alla necessità di abbassare i costi di produzione, accettano le profferte di mangimisti sempre più spregiudicati. Con mangimi sempre più a buon mercato, con formulazioni sempre più scadenti. E sempre meno trasparenti.

Il dubbio che in larga parte nell’alimentazione intensiva ci vada ormai un po’ di tutto, pur di abbassare i costi di produzione, diventa in questi giorni sempre più concreto e lecito, dal momento che il Governo ha deciso di dare un giro di vite – e anche due – ad alcune regole del comparto.

Qualcosa dev’essere successo, quindi, se alle molte “voci di popolo” che sussurravano l’esistenza del fenomeno, segue ora il drastico intervento del Governo. Nel Consiglio dei Ministri dello scorso martedì, 11 ottobre, infatti, è stato approvato – in esame preliminare – un decreto legislativo inerente la “disciplina sanzionatoria per le violazioni delle disposizioni di cui al regolamento Ce n. 767/2009”, relativo all’immissione e all’uso dei mangimi.

“Nello specifico”, recita il decreto, “il provvedimento stabilisce che le sanzioni saranno applicate al responsabile di etichettatura o all’operatore del settore dei mangimi. Saranno previste sanzioni specifiche per l’uso ingannevole di claim e dell’etichettatura facoltativa in genere. Saranno, inoltre, modulate le sanzioni per il mancato rispetto delle tolleranze di etichettatura, a seconda che si tratti di una discrepanza dei tenori analitici (ceneri, fibra etc.) o dei livelli di additivi”.

“Verranno poi previste sanzioni più gravi”, prosegue il decreto, “per le condotte che compromettono la sicurezza dei mangimi, quali l’immissione sul mercato di mangimi contaminati senza le indicazioni di etichettatura previste o di materiali soggetti a divieto di utilizzo nei mangimi”. Vale a dire che per “qualcuno” il “bidone” del mangime era (ed è) diventato quello della spazzatura.

17 ottobre 2016