
A prevederlo è una delibera proposta dall’assessora regionale all’Agricoltura, Elisabetta Falchi, approvata martedì 15 novembre dalla Giunta regionale, nella quale è compresa anche la copertura finanziaria delle attività di tenuta dei libri genealogici e di svolgimento dei controlli funzionali del bestiame svolte dalle Aipa (Associazioni interprovinciali degli allevatori) negli anni 2014, 2015 e 2016.
La sensazione è che la strada proposta non convinca davvero più nessuno: non servono le maggiori quantità bensì una qualità del latte che risponda a due requisiti: una superiorità assoluta e un effettivo radicamento nell’isola (i mangimi globalizzano; sono le essenze del luogo a creare il legame con il territorio, ndr). La sensazione è che manchi progettualità, sia nella produzione che nella commercializzazione e promozione del prodotto. Un po’ come per il “mito” della pantera “sarda”: tutti ne parlano ma nessuno l’ha ancora vista davvero.
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21 novembre 2016