Il Canestrato di Moliterno verso l’Igp, ma…

Canestrato di Moliterno IGP – foto Consorzio Canestrato di Moliterno – Vini e Sapori, Creative Commons License©

Il Canestrato di Moliterno otterrà a breve il machio Igp. Lo ha affermato in questi giorni il ministro Zaia, commentando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea della domanda di riconoscimento del formaggio ovi-caprino lucano, presentata nel luglio del 2005 .

«Il patrimonio agroalimentare del nostro Paese», ha sottolineato il ministro facendo di tutta l’erba un fascio, «con 182 prodotti riconosciuti, 117 Dop e 65 Igp è leader in Europa. Questa leadership d’eccellenza si consoliderà con il Canestrato di Moliterno; un riconoscimento a un prodotto e a un settore, come quello lattiero caseario, che è da sempre un simbolo della nostra agricoltura».

Quello che appare contestabile in queste affermazioni del ministro Zaia (non nuovo a tali esternazioni) è che si faccia leva sui pochi prodotti più autentici e rurali come quello in questione per legittimare realtà che di tradizionale conservano poco o nulla e che sono tra le principali responsabili di una zootecnia ad alto impatto ambientale (tanto per citarne una, le sempre più estese monocolture di mais, causa di del forte inquinamento della falda e del depauperamento delle risorse idriche).

Tornando al Canestraio di Moliterno, se entro sei mesi dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale non saranno presentate istanze di opposizione alla domanda da parte degli Stati membri, l’Igp sarà automaticamente iscritta nel registro comunitario dei marchi di protezione (Dop, Igp, Stg).

“Fin dall’antichità”, sottolinea il sito del ministro Zaia, “la cittadina di Moliterno, in provincia di Potenza, era famosa per essere un luogo di produzione e stagionatura di formaggi pecorini. A partire dal ‘700, la cura del pecorino si trasformò per gli abitanti di Moliterno in un’attività primaria, tale da assicurare al prodotto una rinomanza che valicò i confini nazionali e raggiunse le coste del nord America, e che contribuì alla fama di questo piccolo comune”.

“Questo successo”, spiega il ministero, “deriva da due fondamentali fattori legati alla zona di produzione: la razza ovina propria del territorio di origine e la particolare tecnica di stagionatura. La peculiarità principale del Canestrato di Moliterno risiede nella fase di stagionatura del formaggio nelle caratteristiche cantine (fondaci). Ancora oggi i produttori utilizzano questi locali. Il fondaco è un ambiente molto fresco e ben aerato dove la concomitanza di vari fattori determina la formazione del microclima indispensabile per ottenere un prodotto “qualitativamente eccellente”.

«E’ necessario difendere, tutelare e valorizzare», conclude il ministro Zaia «le identità produttive del nostro Paese come quella del lattiero-caseario che grazie al lavoro e alla bravura dei nostri allevatori esprime prodotti di qualità ed eccellenza come il Canestrato di Moliterno».

Secondo i dati del ministero, le aziende produttrici del Canestraio di Moliterno sono quarantasei, per 200 quintali di formaggio prodotto nel 2009 e un fatturato alla produzione di 200mila Euro. Il formaggio può essere reperito in commercio nelle tipologie “Primitivo” (stagionatura fino a 6 mesi), “Stagionato” (6-12 mesi) ed “Extra” (oltre 12 mesi).

2 ottobre 2009