Martina celebra la Bufala Campana. Ufficializzando il consorzio dop…pione

Ad appena due settimane dalla grave frode alimentare perpetrata da quattro produttori di Mozzarella di Bufala Dop – senza che alcun provvedimento sia stato assunto nei loro confronti dagli organismi di tutela del prodotto – si torna a parlare in chiave positiva di filiera bufalina, grazie anche allo spot televisivo di Peppe Servillo e alla promozione operata all’estero per la bella manifestazione Le Strade della Mozzarella.

Ad aver voglia di alleggerire i cupi pensieri di un comparto che sta soffrendo evidenti problemi di immagine (per le vicende suddette, ndr), si è aggiunto il ministro Maurizio Martina, che mercoledì scorso si è recato di persona a Caserta per consegnare il decreto di riconoscimento del Mipaaf al “consorzio-bis”, quello nato per tutelare la Ricotta di Bufala Campana Dop.

L’incontro si è svolto nella nuova e prestigiosa sede del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, all’interno delle Cavallerizze della Reggia di Caserta, dove Martina è stato accolto dai presidenti di entrambi gli enti di tutela: Benito La Vecchia (ricotta) e Domenico Raimondo (mozzarella).

«Qui», ha esordito Martina, «è stato realizzato un esperimento di interesse nazionale: la mozzarella Dop è regina del comparto, ma guai ad accontentarsi! Bisogna insistere sulla strada di sviluppo  tracciato e sul modello di sinergia con i beni culturali e le altre risorse del territorio  in un legame che rende tutti più forti».

A dichiararsi soddisfatto è stato il presidente La Vecchia: «Da oggi siamo il soggetto ufficialmente incaricato di tutelare e valorizzare un prodotto straordinario, dalle tante potenzialità. Al lavoro c’è un gruppo di giovani imprenditori, che con passione si dedica alla produzione di ricotta di bufala campana Dop, settore che ha margini di crescita notevoli».

Il consorzio della ricotta è per ora composto da sette soci (tutti produttori di mozzarella Dop, come previsto dalla legge) e i numeri della produzione 2016 – appena 29 tonnellate – si dice che siano destinati a crescere.

Proprio ieri il rapporto Svimez-Ismea ha rimarcato la centralità del settore della mozzarella Dop per l’economia del Mezzogiorno, sottolineando che “la Mozzarella di Bufala Campana è di gran lunga il prodotto a Indicazione geografica più rappresentativo dell’agricoltura meridionale, di cui rappresenta oltre il 50% del fatturato complessivo”.

Dal canto suo, l’altro presidente, Domenico Raimondo, ha commentato i dati dello studio sottolineando  che si tratta di «numeri che ci confermano il ruolo di traino che abbiamo al Sud, e che ci spingono a dare ulteriore impulso ai progetti di sviluppo della filiera che abbiamo messo in campo. Giovani e formazione sono il binomio chiave delle sfide che ci attendono, facendo sempre più rete con le istituzioni. In questo senso la vicinanza del ministro Martina e del Governo sono un segnale fondamentale per il nostro comparto».

Perché due consorzi visto che la filiera è una?
A noi sinceramente sfugge il senso di un doppio consorzio (costruito con i soldi pubblici, vale a dire i nostri) laddove il nuovo organismo va a tutelare un prodotto che è derivato da un altro (ne parlammo diffusamente alla nascita del consorzio: clicca qui). Dopotutto la ricotta si fa partendo dal siero risultante dalla lavorazione della mozzarella, per cui sarebbe bastato estendere le competenze del consorzio già esistente.

Se è vero com’è vero che il lavoro al Sud va incentivato, a nostro avviso lo si potrebbe fare in diversi altri e più concreti modi, magari migliorando anche i prodotti. Ad esempio – ma è solo un esempio dei tanti che si potrebbero fare – offrendo ai produttori (di formaggi, ma anche semplicemente di latte) i necessari strumenti per alimentare meglio i propri animali, tornando all’erba e al buon fieno polifita, e abbandonando unifeed e insilati, troppo largamente diffusi, anche dove non ce li si aspettrebbe. Allora sì che si potrebbe parlare di eccellenza – e di nobiltà – che non siano solo presunte.

27 febbraio 2017