Conflitti di campanile sono divampati nell'ultima settimana, in provincia di Treviso, attorno ad un formaggio che ancora deve nascere. Un formaggio vaccino fresco e morbido, prodotto secondo tradizione locale, che dovrebbe acquisire una denominazione invero troppo simile – La Casata – a quella di una Dop della stessa provincia: la Casatella Trevigiana.
A ventilare la nascita del nuovo prodotto, le due realtà che nello scorso gennaio hanno acquisito il caseificio Latteria Pedemontana San Pio X di Cavaso di Tomba – la Fondazione Cassamarca, e il Centro Veneto Formaggi – dando qualche nuova prospettiva commerciale agli allevatori locali. A poco più di un mese dall'acquisizione, le due compagini avevano annunciato per grandi linee i propositi di rilancio della produzione, che avrebbe messo al centro del progetto un formaggio tipico, assicurano gli interessati, della zona del Grappa.
Il prodotto, che veniva realizzata dalle massaie e dai contadini nei giorni in cui la produzione di latte faceva registrare qualche eccedenza, pesa al massimo 2,5 chili ed una volta era chiamato anche fomajela, dal nome dialettale del contenitore (forma) in cui la cagliata veniva messa a riposare prima della salatura.
C'è chi dice "no"
A dimostrare ostilità verso il progetto, si è mossa in questi giorni una larga parte dell'ambiente di produzione della Casatella Trevigiana Dop, dai produttori di latte ai trasformatori, ai rivenditori, giustamente preoccupati per il fatto che una così forte assonanza tra i due formaggi possa creare ripercussioni negative sul mercato.
Chi dovesse pensare che nessun produttore di "Pecorino X Dop" si preoccuperebbe mai per la nascita di un "Pecorino Y" farebbe bene a considerare che la Casatella Trevigiana è ancora una Dop giovane (nata nel 2008), con un mercato locale già affezionato sì, ma con qualche velleità di espandere il proprio raggio d'azione quantomeno ad altre province limitrofe.
A soffiare sul fuoco delle polemiche è sceso il direttore provinciale della Coldiretti, Antonio Maria Ciri, che in un comunicato espresso il suo pensiero: «Promuovere e valorizzare i formaggi del Grappa è un progetto lodevole e da sostenere, ma creare un nuovo formaggio definito formagella molto morbida ma con crosta e chiamarlo "La Casata" risulta un’iniziativa singolare e incomprensibile, se pensiamo che la provincia di Treviso vanta l’unica Dop, tra i formaggi a pasta molle, a livello nazionale che si chiama Casatella Trevigiana».
«Ciò che è grave», ha preseguito Ciri, «è generare un nuovo progetto che va a scontrarsi con un prodotto protetto di casa nostra che con fatica e sacrifici ha ottenuto la denominazione di origine protetta. Nel voler creare un nuovo formaggio si poteva benissimo pensare a nomi originali e lontani dalla possibilità di dar vita a brutte copie della nostra Casatella Trevigiana Dop».
«Potrebbe essere stata una svista», ha concluso l'esponente dell'associazione di categoria, «oppure la Fondazione potrebbe essere stata mal consigliata. Basta che quello che è successo non diventi un clamoroso errore e autogol per il patrimonio caseario trevigiano».
In attesa di capire le reali intenzioni dei vertici del caseificio di Cavaso di Tomba, la controparte si rivolgerà ad uno studio legale per valutare i termini della tutela e per avviare una valutazione delle attività da intraprendere.
6 marzo 2017