A distanza di neanche due anni dall’ultimo rilevante articolo sulla congelazione del latte di bufala, il settimanale “Il Salvagente” di fine maggio è tornato sull’annosa questione che da tempo attanaglia il famoso latticino Dop. Il nuovo pezzo, intitolato “Il Consorzio di tutela ci riprova: lasciateci congelare la mozzarella di bufala”, ripropone l’argomento a seguito delle tesi esposte dalla vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulla Contraffazione commerciale e l’agropirateria, la diessina Colomba Mongiello.
In un’interrogazione presentata a Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Dorestali, la Mongiello ha scritto di essere venuta a conoscenza dell’ennesima delibera attraverso la quale il Consorzio di Tutela si è nuovamente determinato a richiedere nuove modifiche al disciplinare di produzione. Tra di esse, salta all’occhio la volontà di introdurre il condizionamento e la commercializzazione a temperature di –18° C (congelamento del prodotto), “anche senza liquido di governo, con obbligo di effettuare tale processo senza soluzioni di continuità nel corso della sua produzione e nello stesso stabilimento autorizzato”.
Come se ciò non bastasse, la nuova proposta di modifica del disciplinare contemplerebbe inoltre anche la realizzazione dei cosiddetti “filoni” da un chilo, “in pratica”, ha scritto la deputata al ministro, “un formaggio molle e asciutto, che nulla ha a che vedere con la Mozzarella di Bufala Campana Dop”.
Il segreto di Pulcinella – Il quadro della vicenda appare per lo più chiaro: se la modifica venisse approvata, ciò che spesso avviene oggi (e che è avvenuto ieri) in maniera illecita (la congelazione del latte, poi tagliato con latte fresco prima della caseificazione per evitare mozzarelle troppo asciutte, ndr), diverrebbe di punto in bianco legittimato, ma non si sa se verrebbe dichiarato in etichettatura.
Dal punto di vista del rapporto tra produttori e allevatori, si tratterebbe di un’ulteriore debacle per chi il latte lo produce. Il congelamento porterebbe ad una pratica di destagionalizzazione che inciderebbe seriamente sul prezzo del latte prodotto in estate (venduto attorno ad 1,50€/litro), livellandolo al valore del latte invernale (0,90€/litro).
Se due anni fa le pressioni esercitate più o meno ufficialmente su questo aspetto della vicenda portarono il parmense Saccani alla presidenza del consorzio, creando la necessaria discontinuità tra l’ente di tutela e i poteri forti presenti al suo interno, la recente delibera farebbe pensare che i tempi siano maturi per la spalata finale.
Anche se le varie modifiche fossero davvero limitate al solo canale Ho.re.ca., come si vocifera, si tratterebbe di un altro passo in basso sulla strada delle qualità reale che tutti vorremmo: come se non bastasse il “vizietto” che ha ormai contagiato quasi tutti i trasformatori e che ha visto la tecnica del siero-innesto soppiantata dall’uso smodato di fermenti selezionati, ecco che il concreto riaffacciarsi dell’ipotesi congelazione getta ulteriori ombre sul futuro di un latticino che tutti vorremmo prodotto in maniera più artigianale e trasparente.
5 giugno 2017