Il leghista Bruzzone si muove in difesa dei produttori artigianali

Il minicaseificio limita enormemente le possibilità di interventi ragionati da parte del casaro – foto M. Corti®

Il cosiddetto “pacchetto sicurezza” dell’Ue, emanato nel 2004 e perfezionato nel 2006, rischia di portare verso il baratro il tessuto più autentico dell’agroalimentare italiano. Oramai si contano i giorni e se le disposizioni in materia verranno applicate sino in fondo, migliaia di aziende rischieranno di chiudere, a meno che le regioni non decidano di adottare un’auspicata tolleranza.

La causa di tale prospettiva risiede nelle eccessive complicazioni e nella sproporzione di talune misure richieste, dai controlli alle gabelle, applicati in egual misura tanto agli allevamenti minuscoli e rurali quanto a quelli intensivi e con centinaia di capi. Lo stesso dicasi per il settore lattiero-caseario, in cui le già molte imposizioni sono state ulteriormente aggravate negli ultimi anni con disposizioni che sembrano fatte apposta per mettere in crisi, se non in ginocchio, i piccoli produttori artigiani.

A rendersene conto di recente – tra i pochi italiani in grado di porre un freno a queste normative cancella-tradizione – è stato Francesco Bruzzone, segretario regionale della Lega Nord della Liguria, che ha di recente presentato una proposta di delibera al Consiglio Regionale, che a breve verrà esaminata in Commissione regionale che dovrà decidere quanto adeguare le norme liguri a quelle Ue, tenendo conto delle dimensioni e delle problematiche delle aziende locali.

Una volta fatta propria dalla Commissione, la proposta Buzzone sarà presentata al Consiglio Regionale. I tempi stingono, quantomeno per le aziende con licenza di macellazione, in quanto la scadenza per esse è fissata al 31 di questo mese.

5 dicembre 2009