Parmigiano: serve più rispetto da parte della Gdo

foto Consorzio di Tutela Parmigiano Reggiano®

“È ora di dire “basta” all’uso del Parmigiano-Reggiano come specchietto per le allodole”. Il tema, già di scottante attualità, si fa più vivo e vivace che mai in clima prenatalizio, tanto da veder scendere in campo contro questo “vero e proprio malcostume, dannoso per i caseifici” non solo i maggiori rappresentanti dei produttori, ma anche le maggiori sigle sindacali del settore, da Coldiretti a Cia, passando per Confagricoltura.

Come si sa, una buona parte del budget che gli italiani dedicheranno ai regali natalizi è destinata ad essere spesa in àmbito gastronomico e, visti i tempi di crisi, è prevedibile che molti consumatori preferiranno lo sgomitare tra gli scaffali dei supermercati alle gastronomie golose.

La logica del consumatore medio è che “parmigiano è uno, parmigiano è l’altro”, quindi perché spendere 18 euro quando ne bastano 8 per accaparrarsi lo stesso prodotto? I volantini della Gdo strillano da tempo in copertina le offerte più allettanti, che in queste occasioni sono spesso proposte a prezzo d’acquisto o addirittura in dumping (sottocosto), pur di attrarre il cliente nel tempio della spesa globalizzata. E una volta che il malcapitato di turno è dentro, si sa che difficilmente raggiungerà la cassa con un solo prodotto nel carrello.

Questo fenomeno, secondo la Coldiretti, “lede l’immagine del formaggio più famoso del nostro Paese, ma anche la dignità di un settore produttivo che, a costo di grandi sacrifici, ha difeso nel tempo la qualità con una professionalità che affonda le radici nella storia”.

Si tratta di un vero e proprio stillicidio di iniziative che nell’arco di pochi anni rischia di corrodere un prestigio costruito nei secoli. “E, sottolineano quelli della Cia, “con questi prezzi e questa sovrabbondanza di offerte gli spacci dei produttori sono spesso vuoti e vicini alla chiusura”.

13 dicembre 2009