«Il presidente del consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana è stato sorpreso durante i controlli ad annacquare il latte». È questa la motivazione con cui il ministro Luca Zaia ha annunciato, oggi, la decisione di commissariare il consorzio del latticino dop, a cui aderiscono ancora centoventotto produttori .
Sin qui il fatto è chiaro e limpido: con tutte le problematiche legate alla mozzarella dop, dalla diossina alla brucellosi, alle cagliate d’importazione fraudolenta, al latte congelato, la misura, evidentemente colma, è tracimata. E così, l’ultima campagna di controlli voluta dal ministero (con cui è emersa la frode culminata con la chiusura di ben sette caseifici e il sequestro di due tonnellate di prodotto) ha portato ora la politica della “tolleranza zero” voluta da Zaia nel regno del latticino più famoso del mondo.
E ora, che succede adesso al consorzio? La tensione è di certo alta, l’aria – dicono fonti affidabili – si taglia con il coltello, e il presidente Luigi Chianese pare sia sbottato come una furia alla notizia del commissariamento, affermando in un comunicato stampa che il Mipaaf non avrebbe il potere di commissionare un bel niente, visto che «siamo un ente privato, e non pubblico».
Ma non è tutto, visto che Chianese ha annunciato all’Ansa anche di aver presentato denuncia alla procura della Repubblica perché «i campioni prelevati» nella sua azienda «sono di prima istanza, e in quanto tali non validi a livello legale, almeno finché non si confermano i risultati con ulteriori analisi». «E non solo», ha proseguito il presidente dei mozzzarellari dop, «per legge devono rimanere, fino a prova contraria, riservati. E cosi non è stato».
Zaia nel frattempo ha nominato quattro uomini di sua fiducia «che controlleranno», spiega, «con la lente di ingrandimento il grave caso di contraffazione». «Da due anni a oggi», ha spiegato il ministro, «la mia politica di tolleranza zero ha portato alla scoperta di molti casi di contraffazione di prodotti alimentari. A novembre i numerosi controlli nella grande distribuzione hanno rivelato che nel 25% dei campioni analizzati, le mozzarelle non erano vere mozzarelle di bufala poiché contenevano almeno il 30% di latte di vacca». «L’atto amministrativo in questione», ha spiegato poi il ministro, «è datato giovedì 14 gennaio ed è stato reso pubblico in questi giorni, dopo la notifica ai diretti interessati».
Fatto curioso, nella vicenda, c’è anche lo zampino di quelli della trasmissione cult di Italia Uno “Le Iene”. «A Milano, l’altro ieri», ha rivelato Zaia «la “iena” Giulio Golia si è improvvisamente parata innanzi a me con domande precise e articolate riguardanti le procedure amministrative in corso. È stata la riprova che, la vicenda stava già circolando tra i mezzi di informazione, e che aveva trovato documenti a riscontro».
A quel punto, ha spiegato il ministro, «non potevo fare altro che governare la situazione a tutela dei consumatori, evitando quindi che si pensasse a un problema alimentare che non esiste e non è mai esistito e a tutela di uno dei più importanti prodotti Dop che si producono in Italia».
La decisione del commissariamento ha suscitato diversi i commenti, a partire dall’ambito regionale, dove all’assessore all’agricoltura della Gianfranco Nappi, che ha dichiarato «ci sentiamo parte lesa», ha replicato secco il Pdl Giuseppe Sagliocco, presidente della commissione di controllo delle attività regionali, secondo cui è «singolare che la Regione si definisca parte lesa».
Tra le altre reazioni registrate, quelle di Vito Amendolara, direttore regionale Coldiretti, che dice «attendiamo documentazioni ufficiali», di Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, secondo cui la vicenda è «paradossale e inquietante», e di Giuseppe Politi, presidente Cia nazionale, che ha ricordato che proprio la sua confederazione è stata «tra i primi a sollecitare il commissariamento del consorzio».
20 gennaio 2010