La Lombardia del latte fa “outing” in campo caseario attraverso il presidente di Coldiretti, Nino Andena, che in un recente consesso pubblico ha reso note le cifre del settore riguardanti le fonti d’approvvigionamento della materia prima, rallegrandosi poi ironicamente di quanto una realtà come McDonald’s, con un semplice panino “made in Italy” (con mozzarella Lat-Bri) possa contenere i danni per gli allevatori locali.
In sostanza, stando ai dati in possesso dell’associazione agricola, oltre il 73% della materia prima utilizzata per produrre formaggi e derivati del latte in Lombardia (88 milioni di quintali) sarebbe prodotta in regione, mentre il rimanente 27% arriverebbe in primo luogo da Germania (10% del totale), Francia (5,8%), Est Europa (3,3%), Belgio (2,8%), Austria (1,2%), Olanda (1,2%) e da altri mercati non precisati (2,3%).
L’occasione in cui ha divulgato questi dati, è stata colta da Andena anche per stigmatizzare le recenti e gravi affermazioni del presidente di Federalimentare, Giandomenico Auricchio, in merito all’etichettatura dei formaggi (secondo Auricchio per fare formaggio italiano sono sufficienti aziende italiane che lavorino secondo tradizione e cultura italiane mentre la materia prima può non essere prodotta nel nostro Paese, ndr).
Una posizione ironica, stavolta, quella di Coldiretti, che da una parte accusa Auricchio e dall’altra stigmatizza il produttore lombardo di latticini, reo di utilizzare solo parte della materia prima di provenienza locale. Cosa abbia di spiccatamente italiano (a parte il luogo di produzione e una lontana parentela con latticini del nostro meridione) il poco prodotto di Lat-Bri realizzato con latte lombardo (è quanto afferma Coldiretti, ndr) è questione assai difficile da comprendere. E quanto la scelta di un panino “italiano” non sia compiuta da McDonald’s che per soddisfare i più bassi istinti alimentar-nazionalisti del qualunquismo italiota, è faccenda ancor più verificabile da chiunque in qualsiasi momento: assaggiate una sola volta il prodotto, osservate chi lo consuma e come, e capirete dove sta andando il nostro mondo agricolo grazie anche a Coldiretti.
16 ottobre 2010
aggiornato il 23 ottobre 2010