È stato caratterizzato da un grande ottimismo, l’intervento del ministro Galan al Forum Internazionale dell’agricoltura di Cernobbio, domenica scorsa, sui temi dell’etichettatura e sulla tracciabilità dell’agroalimentare, cari – come si sa – nel nostro Paese, i cui prodotti sono di gran lunga i più taroccati al mondo.
Giunto in elicottero a Villa d’Este proveniente da Morbegno (dove aveva “reso omaggio” al Bitto Dop, che ammette mangimi al pascolo e fermenti industriali in caseificazione), il numero uno del dicastero agricolo si è detto sicuro del buon esito della proposta di legge italiana sulla tracciabilità: «Sull’etichettatura dell’origine della materia prima», ha esordito il ministro, «il 6 ottobre scorso è stato approvato all’unanimità dalla Camera dei Deputati il provvedimento ora all’esame del Senato. Il mio auspicio è che possa essere trasformato in legge dello Stato nel più breve tempo possibile. Nel dare attuazione alla norma che sarà approvata dal Parlamento italiano, sarà mio impegno condurre e vincere insieme la battaglia per una norma sull’etichettatura a scala europea, soprattutto sapendo che il commissario Ue Ciolos ha già stabilito di accogliere, con la più ampia disponibilità, il testo di legge italiano».
Sul rischio paventato dal presidente di Coldiretti, Sergio Marini, che l’Italia venga sottoposta dall’Ue ad un procedimento di infrazione su questa sua iniziativa, Galan ha dimostrato una sicurezza sbalorditiva: «Non credo», ha sentenziato il ministro, «che avremo una procedura di infrazione della Ue, ma se vi incorreremo la vinceremo».
Infine, sull’attuabilità degli interventi più “caldi” su cui il suo dicastero dovrebbe adoperarsi nei prossimi mesi (sgravi previdenziali per la aree montane e svantaggiate, fondi per il settore bieticolo e agevolazioni per il gasolio nelle serre), e che entrano in conflitto con i severi tagli operati dalla manovra finanziaria, Galan ha esortato la Coldiretti ad essere parte attiva nella cosa, invitando i coltivatori a farsi promotori della richiesta. Un fare questo che lascia prevedere un possibile rinvio all’agenda del 2011 (le tre misure erano in essere da tempo, e non avevano trovato spazio nella manovra finanziaria del 2009), come a voler coinvolgere le parti in causa nel non impossibile respingimento di questi interventi da parte del ministro Tremonti.
20 ottobre 2010