Il gioco delle parti praticato nel nostro Paese in materia di quote latte non piace a Bruxelles. Tra splafonatori che non vorrebbero pagare sacrosante multe, politici (Lega Nord) che per rabbonirli contestano il recupero coattivo delle somme, e un ministro agricolo che per evitare altri contrasti nella maggioranza chiede all’Ue una revisione di quanto dovuto dall’Italia, il quadretto è assai poco apprezzabile che il direttore generale europeo dell’agricoltura, il francese Jean-Luc Demarty, ha chiesto lumi proprio a Galan. Lo ha fatto attraverso una lettera con cui ha richiesto all’Italia più chiarezza sulla gestione delle multe per il superamento delle quote latte assegnate al nostro Paese e ai singoli allevatori.
Il dirigente Ue, sta attendendo una revisione dei dati, basati su una verifica della produzione di latte italiano a partire dal 1995-96. Da allora le multe comminate al nostro Paese sono state tutte pagate a Bruxelles, e solo in parte recuperate (mancano 372,8 milioni di euro) all’origine (dagli allevatori responsabili del dolo). Vale a dire che quel che lo Stato non riuscirà a reincamerare lo pagheremo tutti noi contribuenti.
A tale proposito, l’esecutivo europeo ha già avviato due dossier sull’Italia, sostenendo di non poter accogliere le ragioni del nostro Paese alle richieste di chiarimenti sui fondamenti giuridici che avrebbero indotto molti produttori a impugnare le multe dinanzi al Tar.
Ad ogni buon conto, l’Ue ha avvertito il ministro Galan che non farà sconti a nessuno: ancora una settimana e scatterà la procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese.
4 dicembre 2010