Coop Italia: ok l’etichettatura ma serve anche altro

Sacrosante parole, quelle della Coop Italia in merito al nuovo ddl sull’etichettatura dei prodotti alimentari. I vertici dell’azienda, hanno diramato giorni fa, attraverso il loro ufficio stampa, il proprio punto di vista sulla questione più dibattuta delle ultime settimane: la legge in materia di tracciabilità dei prodotti agroalimentari, emanata – almeno secondo le intenzioni dichiarate dal governo – per tutelare i diritti dei consumatori .

“Accogliamo positivamente l’approvazione dell’indicazione d’origine delle materie prime in etichetta”, spiega la nota ufficiale di Coop Italia, “che peraltro noi già dichiariamo in diversi prodotti a marchio. L’origine è comunque un’informazione necessaria, ma non sufficiente perché ancora più importanti sono le garanzie sulle modalità produttive, sui controlli, sulle caratteristiche di sicurezza e qualità dei prodotti”.

Coop, la prima catena della grande distribuzione in Italia, vede positivamente l’approvazione dell’indicazione d’origine delle materie prime in etichetta, in quanto da sempre privilegia le produzioni italiane – a parità di vantaggi per il consumatore – ed è impegnata a rendere più trasparenti le filiere, fornendo maggiori informazioni ai propri soci e ai consumatori.

“Infatti”, presegue la nota, “ben prima che fosse obbligatorio per i propri prodotti a marchio, Coop ha dichiarato volontariamente l’origine delle olive per la produzione dell’olio extravergine (nel 2001), del pomodoro (nel 2003) per i pelati, le passate e i sughi, del latte microfiltrato (nel 2005), delle carni suine (nel 2009) etc., nonché certificato la rintracciabilità di numerose filiere animali e vegetali”.

 Coop ritiene tuttavia che quella dell’origine del prodotto sia un’informazione necessaria ma non sufficiente, perché ancora più importanti sono le garanzie sulle modalità produttive, sui controlli, sulle caratteristiche di sicurezza e sulla qualità dei prodotti.

”In una situazione che vede il perdurare di scandali e frodi alimentari”, prosegue il comunicato stampa, “Coop vede favorevolmente l’aumento delle informazioni utili ai soci e ai consumatori per effettuare acquisti sempre più consapevoli, accanto ad un ulteriore rafforzamento del presidio della conformità dei prodotti da parte di tutta la filiera produttiva e distributiva e degli organi pubblici di controllo”.

”Su questo”, conclude l’azienda, “Coop conferma il proprio impegno storico per garantire qualità e sicurezza dei prodotti venduti nei propri negozi”.

Sacrosante parole, anche se a noi piacerebbe ancora di più che, dopo aver sbandierato ai quattro venti le collaborazioni con i Presidi di Slow Food – Bitto storico in testa  – la Coop Italia si limitasse a vendere quello (e il suo omologo “invernale”, Latteria Valli del Bitto) e non ad alternarlo nei banconi a quello prodotto secondo i canoni del consorzio (anche con mangimi e fermenti lattici, ndr). Predicare bene è cosa buona e giusta. Razzolare male rischia di vanificare poi i tanti buoni propositi dichiarati.

3 febbraio 2011

Qui la nota di Coop Italia sull’etichettatura