Eloquente battuta del senatùr, giorni fa, a Montecitorio. Ai cronisti che lo sollecitavano sul probabile rimpasto di governo, Umberto Bossi ha dapprima risposto tergiversando, con un poco convinto e convincente «non so niente» per poi commentare le voci che darebbero il senatore Federico Bricolo al dicastero agricolo .
Sul collega di partito, il numero uno della Lega Nord ha avuto l’ardire di pronunciarsi dicendo che «La faccia da agricoltore ce l’ha; lui abita a Sommacampagna, è nel destino». Poi, come a confutare la sua stessa tesi, ha aggiunto che anche la candidatura del siciliano Saverio Romano (uno dei parlamentari recentemente migrati nel novero dei cosiddetti “Responsabili”) sarebbe plausibile, a condizione che, ha sottolineato Bossi «si risolva il problema delle quote latte». Ma forse anche, si vocifera (ma la verità non la si può sempre raccontare tutta), che Giancarlo Galan tolga le sue terga dalla poltrona che fu di Luca Zaia.
Per l’attuale ministro all’agricoltura, che pretende da Berlusconi un’alternativa, sarebbe pronto il posto di Sandro Bondi alla Cultura. La cosiddetta “seconda repubblica” non è seconda alla prima davvero in nulla. Neanche in materia di balletti di poltrone.
4 marzo 2011