Regione Piemonte: 200 milioni persi da Cota. Il Pd lo denuncia

Il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, al centro di forti polemicheÈ aspra la polemica in Piemonte a seguito della decisione del massimo ente regionale di revocare la propria costituzione di parte civile nel processo che vede alla sbarra vari allevatori aderenti ai Cobas in una delle più brutte storie di cronaca nera legate alle quote latte. Il passo indietro operato dall’ente regionale priverà lo stesso dei 200 milioni di Euro stimati dalla Corte dei Conti come risarcimento per le casse pubbliche.

La revoca di parte civile, che era stata presentata dalla regione Piemonte nel dicembre scorso, è diventata formale in occasione delle prima udienza del processo, intentato  contro le Cooperative Savoia (inchiesta aperta dal Tribunale di Saluzzo nel 2003 per associazione a delinquere, truffa nei confronti dello Stato e dell’Ue), colpevoli di aver congegnato, in collaborazione con l’ex parlamentare leghista Giovanni Robusti, un escamotage per sfuggire al pagamento delle quote latte.

La decisione della Regione Piemonte è dichiaratamente politica, e non lo ha nascosto il governatore Roberto Cota, che in un’e-mail inviata agli uffici legali dell’ente richiede «la revoca della costituzione di parte civile contro le Cooperative Savoia, perché non se ne ravvede più l’opportunità politica».

“Un interesse di certo politico”, tuonano alla direzione del Pd regionale, “ma non della Regione Piemonte e dei suoi cittadini”, come si vorrebbe far credere, “bensì della Lega Nord”, visto che la scelta dell’assessore leghista all’agricoltura Claudio Sacchetto e del presidente della Giunta Roberto Cota rischia ora di impedire il recupero dei 200 milioni di Euro come indennizzo per quella vicenda.

La denuncia della vicenda non si è fatta attendere, ed è arrivata dal consigliere regionale Pd, nonché vicepresidente del Consiglio Regionale Roberto Placido, che in una conferenza stampa ha attaccato i due esponenti legisti responsabili della vicenda. «È un’indecenza», ha spiegato Placido, perché «Sacchetto ha anteposto gli interessi della Lega Nord a non danneggiare alcuni imputati a lei politicamente vicini, a quelli della Regione Piemonte che rappresenta, tesi a recuperare il danno inflittogli con la truffa delle quote latte. Per questo chiedo le dimissioni di Sacchetto».


Placido ha spiegato che con la condanna in primo grado, il 15 luglio 2009, il Tribunale di Saluzzo aveva riconosciuto il danno subito dalla Regione, che per questo si era costituita parte civile con la Giunta Bresso, rinviandone la quantificazione a un successivo giudizio civile.

Secondo l’esponente dei democratici, con la revoca della costituzione di parte civile, effettuata «con una delibera che non contiene giustificazioni della scelta, quindi censurabile», la Giunta ha perso la possibilità di chiedere il risarcimento del danno. «Ora la Regione», ha proseguito Placido, «dovrà aspettare che si concluda in tutti i suoi gradi la causa penale per poi avviarne una civile in cui comunque dovrà dimostrare di essere stata danneggiata. La sentenza di primo grado, che lo affermava, con la retromarcia della Regione non ha più valore».


Di certo la vicenda riguarda un risarcimento non di poco conto, dovuto alla Regione in quanto, secondo la legge sulla quote latte, è quell’ente a svolgere la riscossione per conto dello Stato e a godere dei proventi a lei devoluti. «Duecento milioni di Euro», ha concluso Placido, “sono una cifra di grande importanza, in un momento difficile per la casse regionali; difficoltà che portano la Giunta regionale a tagliare servizi utilissimi. Per questo sto preparando un esposto presso la Corte dei Conti contro il presidente Cota per il danno procurato con la revoca della costituzione di parte civile. Questo è anche sintomatico dell’idea di giustizia dei leghisti: una giustizia che con i loro amici chiude tutti e due gli occhi e mette da parte gli interessi collettivi per cui dicono a parole di battersi».

2 aprile 2011