Il Pdl emiliano contesta l’assessore Rabboni sul Parmigiano

Il Parmigiano-Reggiano, si sa, è un prodotto fondamentale per l’economia dell’Emilia-Romagna. Lo ha sottolineato giorni fa il consigliere regionale Fabio Filippi del Pdl, a margine della discussione di una sua interpellanza inerente la prima Dop italiana. Filippi ha sottolineato la necessità di semplificare il “Sistema Parmigiano-Reggiano”, di incentivare i caseifici e gli allevatori, e di tutelare i produttori di montagna , che si trovano ad operare in territori particolarmente svantaggiati.

«Sarebbe sufficiente», ha sottolineato l’esponente del Pdl, «individuare differenti livelli di qualità», distinguendo «il formaggio in due categorie, legate alla geografia e alla produzione di montagna e di pianura». Secondo Filippi infatti «a nulla servono le catalogazioni introdotte dalla Regione e relative alle diverse stagionature (“aragosta”, “argento” e “oro”)», che indurrebbero «le massaie a fare solo più confusione».

Così come sono concepiti oggi, secondo FIlippi, «i finanziamenti alla filiera mandano in crisi le aziende agricole tradizionali, agevolando solo le cooperative», perché «i fondi regionali andranno in gran parte a rinforzare le casse dell’”Asse 1″, capitolo che interessa solo marginalmente le aziende agricole tradizionali», con «la Misura 121, relativa allo sviluppo delle imprese agricole, che riceverà solo le briciole».

Dai dati forniti dalla Provincia di Reggio Emilia, infatti, emergerebbe «uno stanziamento di 954mila euro di fondi regionali per le strutture agricole provinciali, con cui si potrebbero coprire appena quattro delle sessanta richieste di intervento presentate». «Anche questa volta», ha concluso Filippi, l’assessore all’agricoltura Tiberio «Rabboni ha riempito le casse delle cooperative lasciando a bocca asciutta le tante imprese agricole refrattarie al progetto di filiera».

La replica dell’assessore Rabboni non si è fatta di certo attendere, sia per sottolineare che «dopo una lunga crisi, il Parmigiano-Reggiano sta attraversando finalmente una fase di rilancio e il prezzo del prodotto all’ingrosso è ai massimi di sempre», grazie anche ad una serie di interventi adottati. Tra questi, nel 2010 la Regione Emilia-Romagna ha impegnato all’incirca 56 milioni di Euro per misure nel settore lattiero-caseario, con le quali sono stati approvati tra l’altro undici progetti di filiera relativi proprio alla realtà del Parmigiano-Reggiano. Nell’ambito di queste azioni hanno partecipato 907 aziende per una spesa ammissibile di 40 milioni di euro e un contributo “concepibile” di 15,6 milioni.

Rispondendo alle accuse di Filippi, Rabboni ha tenuto a precisare che «tre di questi progetti si riferiscono ad aziende in aree montane e che, entro l’estate prossima la Regione promuoverà un nuovo bando regionale per ulteriori 19,5 milioni di Euro di sostegno a nuovi interventi strutturali nel comparto lattiero caseario». Sulla valorizzazione di differenti qualità di prodotto, «il Consorzio», ha aggiunto Rabboni, ha già introdotto i tipi “mezzano”, “extra” ed “export”, con differenti bollini per i diversi tipi di stagionatura». «Sempre a questo scopo», ha concluso l’assessore, «è stato avviato un progetto sperimentale triennale per introdurre metodologie innovative per la definizione di caratteristiche di qualità del prodotto. Per quanto invece riguarda la valorizzazione delle produzioni di montagna la Regione si sta adoperando da tempo con il Consorzio e con i caseifici per superare gli ostacoli normativi e interpetativi che si oppongono all’utilizzo della menzione “montagna”».

A proposito dei prodotti di montagna, ha riferito Rabboni, l’Ue sta studiando una nuova norma per renderli riconoscibili all’interno dei nuovi regolamenti del cosiddetto “pacchetto qualità”, norma che potrebbe essere approvata già nel corso della prossima estate.

8 aprile 2011