Acquisto di foraggio non valdostano per la produzione di Fontina Dop, vendita di formaggio adulterato e, soprattutto, mancata comunicazione di bovini infetti alle autorità sanitarie. Sono queste tre tra le principali accuse formulate dalla Procura di Aosta a sessantuno persone implicate in una delle più grandi inchieste giudiziarie mai compiute nel mondo zootecnico e caseario valdostano.
Sessantuno tra allevatori, veterinari e altre figure professionali del settore, che verranno rinviati a giudizio nell'ambito di un inchiesta avviata all'inizio del 2008 dal Corpo Forestale dello Stato di Aosta e che nell'ottobre del 2009 aveva portato all'arresto di tredici persone.
I reati ipotizzati vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni della Regione, al maltrattamento e uccisione di animali, all'abusivo esercizio di professione, alla frode in commercio.
L'attivita' investigativa, svolta anche dai Carabinieri dei Nas, ha riguardato diversi filoni riguardanti sia l'attività zootecnica vera e propria (tra cui la fecondazione di animali con semi non autoctoni illecitamente importati dalla Svizzera), sia la produzione e la commercializzazione di formaggi, tra cui l'immissione in commercio di partite di Fontina Dop prodotte non conformemente alle indicazioni del disciplinare di produzione.
Le richieste di rinvio a giudizio inviate dalla Procura di Aosta riguardano, a vario titolo e per diversi profili di responsabilità sessantuno tra allevatori, zootecnici, veterinari e altre figure professionali. Per quarantasette di essi sono state formulate anche richieste di archiviazione parziale riguardanti alcuni reati.
La posizione di altre venticinque persone, inizialmente coinvolte nell'inchiesta, dovrebbe essere archiviata, secondo la richiesta formulata al Gip dalla Procura aostana.
15 aprile 2011
fonte Ansa