“La Politica Agricola Comunitaria ci riguarda” è il tema al centro dell’edizione 2011 di “PrimaveraBio”, la campagna nazionale di promozione del biologico organizzata dall’Aiab (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), in collaborazione con Legambiente, Federparchi, Ctm Altromercato e Alpa (Associazione Lavoratori e Produttori dell’Agroalimentare), realizzata con il patrocinio del Mipaaf, in corso in questi giorni e sino al 31 maggio.
Le aziende biologiche dello stivale aprono le porte a cittadini, consumatori e scuole per fare conoscere la loro capacità di produrre cibi di alta qualità, salvaguardando allo stesso tempo l’ambiente e fornendo alla collettività importanti servizi ecosistemici.
Ma “PrimaveraBio” è anche l’occasione per una riflessione sulla Pac, ovvero sulla Politica Agricola Comunitaria, appunto. «Mentre l’agricoltura tradizionale continua a dipendere da un impiego massiccio di petrolio e input chimici che avvelenano l’ambiente e chi mangia quei prodotti», ha detto Andrea Ferrante, presidente dell’Aiab, «il biologico rappresenta il modello di produzione alternativo, sostenibile e possibile. Un modello che ad oggi nel mondo conta 37 milioni di ettari certificati e che costituisce una risposta concreta all’esigenza di produrre nel rispetto dell’ambiente. E proprio per ricordare che un’altra agricoltura è possibile chiediamo con forza che anche la Pac cambi radicalmente».
Secondo Daniela Sciarra, dell’Ufficio Scientifico di Legambiente, «la Pac non ha migliorato il sistema produttivo agricolo europeo: ancora oggi gli allevamenti rimangono quelli che erano venti anni fa, dove si cerca di coniugare forzatamente la zootecnia senza terra con il rispetto dell’ambiente e del benessere animale. Inoltre, mentre i redditi agricoli e l’occupazione del settore sono in costante discesa, l’Europa si trova ancora a inseguire obiettivi fondamentali. All’Europa resta da raggiungere un importante obiettivo: il dimezzamento della fame nel mondo e che, nonostante gli sviluppi della Pac, costringe ancora 925 milioni di persone a restare senza accesso al cibo».
«L’agricoltura italiana», ha precisato la Sciarra, «non ha ancora fatto un effettivo salto di qualità rispetto all’ambiente, visto che sono ancora troppo elevati i consumi di pesticidi, concimi e gli usi di combustibili fossili a prezzi agevolati per la meccanizzazione. Mentre la priorità della riforma della Pac dovrebbe essere il riequilibrio dei fondi di cui oggi beneficiano pochissimi agricoltori, come pure il loro condizionamento alla qualità e rispetto dell’ambiente».
Inoltre, l’esponente dell’associazione ambientalista ha trattato la questione degli innumerevoli scandali e frodi alimentari sottolineando che «le attività di controllo sono indispensabili per garantire la salute dei consumatori. La sicurezza alimentare deve essere uno degli obiettivi principali della nuova Pac e per raggiungerla è necessario che gli aiuti per il raggiungimento di questo obiettivo siano condizionati all’effettivo rispetto dell’ambiente e del benessere animale».
Da una regolamentazione più severa in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, che garantisca ai consumatori il riconoscimento dell’origine dei prodotti commercializzati, ai metodi di produzione e di trasformazione, le questioni salienti andrebbero regolate attraverso strumenti che dovrebbero essere sostenuti dallo stesso fondo agricolo.
A queste tematiche, e in particolare sulle frodi alimentari, il benessere reale degli animali e l’autenticità e salubrità alimentare, il sito web helpconsumatori ha dedicato una recente ed esaustiva intervista all’esponente di Legambiente, che potrete leggere integralmente cliccando qui
29 aprile 2011