Pare davvero non esserci pace per la Mozzarella di Bufala Campana Dop. Nonostante le tante (forse anche troppe) recenti dichiarazioni “d’amore” di personaggi come Roberto Saviano e Giovanni Soldini, il consorzio diretto da Antonio Lucisano incassa le dure critiche di Confagricoltura Caserta per aver di recente indicato ufficialmente il prezzo minimo sotto il quale una mozzarella di bufala non può essere Dop .
L’informazione (“a meno di 9 euro/kg non è Dop”, ndr), divulgata la settimana scorsa dall’ente consortile, è stata poi ripresa da molti organi di stampa locale e nazionale, e questo ha scatenato il risentimento dell’associazione di categoria, il presidente della cui sezione di Caserta, Antonio Marulli, pur ritenendo «giusto porre sotto la lente di ingrandimento i prodotti Dop venduti sotto costo» ritiene «altrettanto giusto che un organo di vigilanza adotti un metodo d’intervento, definendo diversi aspetti – non solo di prezzo – che possano far scattare l’allarme e richiedere una ispezione».
«Non è invece corretto», ha proseguito Marulli, «che tali metodi diventino pubblici e concorrano a sortire effetti addirittura contrari alle intenzioni, diventando elemento di disturbo del mercato. Pubblicare su tutti i giornali che la mozzarella per essere Dop deve costare al dettaglio almeno 9 Euro, è fortemente fuorviante, in quanto il consumatore penserà sempre di essere derubato se la mozzarella dovesse costare di più».
Allo stesso tempo, «definire e rendere pubblica una soglia al dettaglio di tale portata», ha sottolineato il numero uno del sindacato agricolo casertano, «significa immaginare che all’ingrosso si possa vendere un prodotto Dop a meno di 6 Euro e questo può portare a richieste della Gdo di contenere il prezzo all’ingrosso perché il consumatore più di 9 Euro la Mozzarella non al vuole più pagare».
Nel frattempo il Consorzio di Tutela sta proseguendo il suo tour nei più importanti centri produttivi (la settimana scorsa nel salernitano) per rinsaldare i rapporti con i soci e soprattutto per compiere il passaggio – ritenuto decisivo – che aprirà – si pensa in giugno – il consorzio al mondo degli allevatori. Nell’azione di proselitismo i rappresentanti del consorzio sono affiancati dai vertici locali della Coldiretti, pronti a confermare e sottolineare quanto il contributo richiesto per entrare all’interno del consorzio sia – a loro avviso – irrisorio: 1,265 Euro per tonnellata di latte prodotto. Un pegno che potrebbe valere la pena di essere sborsato se non altro per avere voce in capitolo rispetto alle decisioni che sino ad oggi hanno tenuto conto essenzialmente dei trasformatori e poco e niente di chi produce latte.
29 aprile 2011