25 novembre 2008 – Pochi di noi ricordano che tre anni fa di questi tempi la Parmalat si quotava in Borsa. E perché mai, vi chiederete voi, avremmo dovuto? Infatti.
Appare curioso che, mentre molti risparmiatori vedono sfumare la possibilità di recuperare i piccoli e grandi (tutto è relativo) investimenti affidati al gruppo di Collecchio, e mentre un numero molto più consistente di italiani sente concretizzarsi un’altra ingiustizia nei loro confronti, per la prossima non punibilità di Calisto Tanzi (per superati limiti di età), beh, mentre tutto questo accade, è la Parmalat stessa che sente l’irrefrenabile necessità di festeggiare l’importante compleanno senza cedere alla tentazione di un evento sobrio e lontano dalle telecamere.
Fari puntati quindi ieri, da parte di giornalisti sempre ben allineati e disciplinati, nella splendida cornice del Castello di Collecchio, e con la presenza di autorità locali, eminenze grigie del settore e non. Tra queste non poteva mancare – vista l’occasione e il prestigio dell’ospite – il direttore di Assolatte, Massimo Forino.
Presa la parola, oltre alle frasi di rito, l’intervento di Forino ha puntato sulla sicurezza alimentare e sulla qualità del prodotto. Di quale sicurezza e di quale qualità è presto detto: quelle offerte dalle industrie e dalle marche affermate, sui cui prodotti vale la pena «spendere un po’ di più ma essere sicuri di quello che si mangia».
Ma il bello è venuto quando l’intervento si è trasformato in un vero e proprio tormentone contro la diffusione dei distributori di latte crudo alla spina.
Non è la prima volta che un esponente di Assolatte – negli ultimi mesi – tocca con astio la questione, sintomo questo di una sempre più evidente preoccupazione per un fenomeno in rapida ascesa e dalle prospettive sempre più inquietanti per l’industria. Secondo Forino si tratta di una moda del momento: «Negli ultimi tempi c’è stato un boom di vendite di questo tipo di distributori, che attirano soprattutto consumatori nostalgici di mezz’età».
«Si parla ormai di latte crudo», ha proseguito Forino, «come di un prodotto straordinario quando invece sul piano della sicurezza il latte pastorizzato e confezionato dalle aziende è l’unico che garantisce ai consumatori una sicurezza costante, 365 giorni all’anno».
«Essendo latte crudo», ha precisato Forino, «è più pericoloso rispetto a quello pastorizzato e non è indicato a particolari fasce di popolazione come i bambini. I consumatori dovrebbero essere più informati».
Parole che si commentano da sé.