Il Parmigiano ha scelto il fotovoltaico per la sede del consorzio

Il Consorzio del Parmigiano-Reggiano ha scelto le fonti rinnovabili per la sua sede, a Reggio nell’Emilia. L’ente del primo formaggio Dop d’Italia ha fatto installare un impianto fotovoltaico a terra da 200 kiloWatt, «un’opera», ha commentato il presidente Giusepe Alai, «in linea con l’attenzione all’ambiente e alla tradizione di naturalità che caratterizza il Parmigiano-Reggiano» .

«Riteniamo doveroso contribuire», ha precisato Alai, «a ridurre l’uso di fonti esauribili e inquinanti, proponendoci anche come esempio e stimolo al ricorso ad impianti fotovoltaici e solari per i nostri caseifici e le migliaia di aziende agricole impegnate nella produzione di Parmigiano-Reggiano, incentivando ulteriormente un percorso che in diversi hanno già intrapreso».

Il progetto d’impianto, realizzato dalla reggiana Iren Rinnovabili, prevede l’allestimento di alcuni spazi informativi sui processi di fotosintesi, i benefici e il funzionamento del fotovoltaico e, in collegamento proprio con le energie naturali e rinnovabili, sull’intero sistema del Parmigiano-Reggiano.

Questa sorta di “parco didattico” verrà realizzata nell’ampia area verde che circonda gli uffici del consorzio, nel centro urbano di Reggio, di fianco all’antico “casellino-museo” «che è», ha sottolineato il direttore dell’ente Leo Bertozzi, «viva testimonianza di procedimenti di trasformazione naturali» e, per molti versi, «immutati da secoli».

Dal punto di vista tecnico, l’amministratore delegato della Iren Rinnovabili, Carlo Pasini, ha tenuto a precisare che «siamo in presenza di un impianto potente e di assoluta avanguardia, posizionato a terra  e dotato di novecentoquaranta pannelli disposti su quarantasette elementi, con un’altezza massima di due metri e una superficie attiva pari a 1.446 metri quadrati”.

«Con questo impianto», ha concluso Alai, «vogliamo rafforzare il messaggio di cui il nostro prodotto è portatore: energia naturale legata ad una grande tradizione che oggi rinnova visibilmente il suo patto con la natura». Un’iniziativa quindi che al consorzio sperano possa essere d’esempio, in qualche modo, anche per i caseifici.

10 giugno 2011