Latte al pesticida: si cercano le cause

Un corso d'acqua inquinato da una miniera di rame dismessa, nei pressi della cittadina gallese di Amlwch - foto Cls14 under Creative Common license
Un corso d’acqua inquinato da una miniera di rame dismessa, nei pressi della cittadina gallese di Amlwch – foto Cls14 under Creative Common license

Dall’archivio del nostro precedente sito CheeseTime (questo articolo viene pubblicato in relazione al pezzo “Arriva Colossella: la mozzarella “senza diossina””, del 27 novembre 2008)

4 aprile 2005 – Ancora una volta in poche settimane il latte, bevanda sana e salutare per antonomasia, balza ai “disonori” della cronaca. È accaduto a sud-est di Roma, dove i controlli sanitari hanno permesso di rintracciare del pesticida nel latte proveniente da circa trecento capi bovini di otto aziende di Gavignano e di due di Segni, tutte di piccole e medie dimensioni.

A seguito della contaminazione, rilevata presso la Centrale del Latte di Roma all’interno di un’autocisterna, è stato disposto l’immediato sequestro della produzione delle stalle interessate (circa 80-90 quintali al giorno) il cui latte è stato avviato alla distruzione a spese delle aziende.

Nessuna notizia certa, finora, sulle cause dell’inquinamento. Come hanno fatto gli animali a ingerire l’anticrittogamico? La risposta potrebbe essere negli alimenti consumati o in una fonte inquinata. Tra i “presunti colpevoli” c’è il fiume Sacco, che passa nei terreni di tutte le aziende “indagate” e che potrebbe aver portato gli inquinanti nelle loro falde acquifere.

Grande preoccupazione nei comuni interessati sia per le problematiche ambientali che per il contraccolpo economico (la perdita già ammonta a diverse decine di migliaia di euro) subìto da diverse famiglie della zona.