Truffa formaggi: fare i nomi delle aziende

12 ottobre 2008 – I nomi delle aziende coinvolte nella megatruffa dei formaggi avariati vanno resi pubblici. È quanto sostenuto dalla Confconsumatori, che a tale scopo ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Cremona.

«L’articolo 32 della Costituzione», rammenta il legale rappresentante dell’associazione, Luca Panzeri, «pone la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. Confconsumatori chiede alla magistratura che tale diritto venga garantito e che chi attenta alla salute pubblica venga duramente colpito dalla legge».

Come i nostri lettori ricorderanno, ingenti quantitativi di formaggi avariati furono sequestrati nelle settimane scorse dai Nas, dopo mesi di complesse indagini. Le azioni più eclatanti compiute dai militari – le irruzioni nelle sedi delle aziende del riciclo illegale e il sequestro delle merci avariate – sfondarono il muro del poco interesse dei media, arrivando a conquistare titoli di telegiornali e mostrando agli italiani increduli tonnellate di merce con muffe, larve di insetti, escrementi e carcasse di topi.

Col tempo, si sa, le notizie scivolano nelle pagine interne dei giornali, per poi scomparire nel nulla, soprattutto quando ad esserne toccate  sono aziende che impegnano in pubblicità cospicui investimenti pubblicitari. Nel caso in questione si erano affacciati alle cronache nomi eccellenti come Biraghi, Brescialat, Cademartori, Ferrari, Galbani, Igor, Kraft, Mauri, Meneghini e Prealpi, assieme a molti altri minori. E dopo che i loro nomi erano emersi sulle pagine delLa Repubblica e del Salvagente, non se ne era più letto né saputo nulla.

Adesso non rimane che sperare che la pressione di Confconsumatori sulla Procura cremonese porti a qualche risultato. E che i giornali decidano di non oscurare le notizie.