
«Respingiamo ogni deroga alla legge 138 per ciò che concerne lo yogurt, e che proponga di realizzare l’alimento senza latte fresco. Una tale evenienza farebbe il solo interesse delle grandi imprese internazionali che utilizzano materia prima proveniente dall’estero, dando loro un vantaggio volto a scardinare la capacità competitiva delle imprese italiane che producono yogurt di qualità, partendo da latte fresco». Sono queste le motivazioni con cui tre delle principali associazioni delle cooperative agricole (Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital) sono intervenute nel corso dell’audizione di mercoledì scorso alla Commissione Agricoltura della Camera.
«Non è certo con un colpo di mano», sottolineano le centrali cooperative, «che si può governare un settore strategico come quello lattiero-caseario, e tutelare produttori che sono di fronte ad un futuro d’incognite per l’imminente liberalizzazione delle quote produttive». «Per la filiera italiana la qualità è un’esigenza imprescindibile, data la necessità di coprire i maggiori costi di produzione: una qualità che sia “effettiva, comunicata e sostenibile”. In questo senso la deroga proposta per lo yogurt, che è un prodotto fresco e vivo per definizione, va in direzione opposta e va respinta fermamente».
Commentando la cosa, l’assessore regionale all’agricoltura del Veneto Franco Manzato si è detto soddisfatto per l’iniziativa intrapresa dalla Commissione Parlamentare di evitare una così grave modifica della tradizionale preparazione dello yogurt in Italia: «aggiungo anche», ha sottolineato Manzato, «che dovremmo informare i consumatori, scrivendolo chiaro in etichetta, circa gli yogurt prodotti all’estero fatti con latte in polvere. Non ci sono problemi sanitari, ma chiarire questa informazione dà più libertà a chi compra».
«E visto che stiamo parlando di latte in polvere», ha concluso Manzato, «ribadisco la necessità che quello ad uso zootecnico venga “tracciato” con coloranti, se non altro per evitare truffe fiscali. Finora la proposta non ha trovato accoglimento (in sede di Commissione Europea, ndr) e, siccome “omnia munda mundis”, c’è da pensare ad una cattiva volontà».
16 settembre 2011