Catania: intervento drastico se l’Agea non tornerà a funzionare

Il ministro si è pronunciato in merito all'”affaire Agea” (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), finalmente. Deve sentirsi troppi occhi puntati contro Mario Catania e il peso di qualche illazione di troppo, non del tutto infondata, deve averlo portato al cauto interventismo di questi giorni. A una sorta di mossa obbligata, di fronte al tanto rumoroso silenzio di queste ultime settimane attorno alla questione più spinosa che abbia investito la zootecnia da reddito negli ultimi anni.

Si pronuncia e afferma che non intende richiedere alla Presidenza del Consiglio di impugnare la sentenza del Tar che annulla il licenziamento di Dario Fruscio da presidente di Agea. La decisione finale, spiega Catania, spetta alla presidenza, perché suo era l’atto di commissariamento, «però», argomenta il numero uno del dicastero agricolo, «è evidente che la mia posizione, come ministro di riferimento, sarà oggettivamente considerata: non proporrò l’impugnativa al Consiglio di Stato per cui si reinsedia il presidente Fruscio».

Parlando martedì scorso a margine dell’incontro con il suo omologo francese Bruno Le Maire, il ministro Catania ha tuttavia riferito di aver raccomandato a Fruscio il massimo impegno nel suo rientro, perché «la situazione in Agea non mi soddisfa e le cose non vanno come devono andare: ricevo proteste continue da parte degli operatori e delle organizzazioni su ritardi e malfunzionamenti che, peraltro, non sono ascrivibili alla gestione recente, ma erano presenti anche in precedenza».

Intervento scagionatorio che pare suonare come un “prego, accomodati, sistema le cose e sbrigatela da solo perché io questa patata bollente meno la vedo e meglio mi sento”. Un Catania interventista, quindi, che assicura che seguirà l’agenzia «con particolare attenzione, e se le cose non miglioreranno» farà «una riflessione seria, perché non possiamo permetterci di avere un agenzia – così importante per tutte le imprese agricole italiane – che non funzioni bene come dovrebbe».

Quanto ai tempi di verifica sul buon andamento di Agea, si ragiona nell’ordine dei mesi, non dei secoli: perché se le cose non miglioreranno in tempi ragionevoli, il ministro «farà delle riflessioni più radicali», escludendo comunque che tra i provvedimenti possa esserci la soppressione dell’agenzia stessa, essendo la stessa inalienabile in quanto organismo pagatore. L’ente, sottolinea Catania, «è necessario per far affluire i soldi dell’Unione Europea ai produttori, ed è previsto dalla normativa. Il punto è che se le cose non migliorano» si giungerà ad «una riflessione radicale il cui unico esito non previsto è la soppressione».

Nel frattempo, è notizia di questi giorni, sono trapelate voci secondo cui una nuova inchiesta condotta dai Carabinieri sarebbe in corso, con il duplice obiettivo di verificare se le multe arrivate agli “splafonatori” siano state congrue alla quantità di latte prodotta e non dichiarata, e quante furono le bovine da latte presenti in Italia negli anni compresi tra il 1995 e il 2009. A condurre l’indagine sarebbe stato chiamato il tenente colonnello Marco Paolo Mantile.

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3 febbraio 2012