Volge verso la probabile condanna dei responsabili il processo contro la “banda del formaggio avariato”, che vede imputati quattro dei vertici della Tra.De.L. di Casalbuttano, in provincia di Cremona, accusati di adulterazione e contraffazione di formaggi e di commercializzazione di alimenti pericolosi per la salute dell’uomo, e tre veterinari della locale Asl, rei di aver garantito per anni all’azienda la necessaria copertura, preavvisando le loro ispezioni e fornendo timbri dell’azienda sanitaria locale per la falsificazione dei documenti.
L’udienza di lunedì scorso, presso il Tribunale d Cremona, a fatto registrare una sostanziale collaborazione dei testi, per lo più ex dipendenti dell’azienda incriminata, molti dei quali hanno letteralmente vuotato i sacco: «Si lavoravano formaggi già scaduti o che stavano per scadere», hanno dichiarato alcuni dei testi comparsi davanti ai giudici, ma anche «formaggi con muffe, e, quando faceva molto caldo, con i vermi».
L’atto di accusa contro la banda di criminali è di quelli che non lasciano margini ai dubbi: i testi hanno confermato nei minimi dettagli l’attività della fabbrica degli orrori, dove si lavorava scaricando, aprendo, riciclando materia prima “ai confini della realtà”; merce che avrebbe dovuto essere smaltita in discarica o al massimo destinata ad uso zootecnico, che invece veniva rigenerata per uso umano.
«Spesso l’odore era orrendo», hanno incalzato i testimoni. «La merce utilizzata era per lo più scaduta o addirittura avariata» e «questo alo avevamo fatto presente al nostro capo reparto», hanno detto gli operai, «che per tutta risposta ci disse di non fare troppe domande, se davvero tenevamo al posto di lavoro».
Ma le testimonianze che hanno schiacciato anche i veterinari alle loro responsabilità è giunta quando la ricostruzione dei fatti si è addentrata di più nei meccanismi operativi: «sapevamo per tempo dei controlli, quindi prima di ogni ispezione si puliva; la merce veniva portata via dallo stabilimento, dove tornava nei giorni successivi». Significativa un’altra testimonianza, di una delle impiegate dell’azienda: «oltre 20 tonnellate di prodotti contestati al fornitore sono stati comunque lavorati».
La megatruffa della Tra.De.L. venne alla ribalta con grande clamore nel novembre del 2006, quando le Fiamme Gialle di Cremona intercettarono un autotreno carico di formaggio semilavorato in avanzato stato di putrefazione. Il mezzo, partito dai magazzini della Tra.De.L. era diretto alla Megal di Vicolungo, in provincia di Novara, con un carico che lasciò a bocca aperta gli agenti: formaggio marcio, popolato di vermi e infarcito di escrementi di topi. E come se questo non bastasse, residui di plastica tritata, pezzi di ferro, muffe e inchiostro.
All’epoca delle prime indagini alcune inchieste giornalistiche (La Repubblica, ndr) avevano accostato “grandi firme” del settore caseario al’immondo riciclo. Ma quel ramo dell’inchiesta, non si sa perché, deve aver trovato qualche intoppo.
31 marzo 2012
Le immagini dell’orrore alla Tra.De.L. di Casalbuttano, sul sito Media Kataweb, cliccando qui